Gioventù baciata. Da Riccardi a “Slash” Chong: ecco le gemme di Youth League

16/12/2018 alle 14:15.
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La Champions dei giovani non conta chi la vince, ma chi la gioca. Perché la Youth League, che ha finito questa settimana la sua fase a gironi, dovrebbe essere un osservatorio sui campioni che verranno: tante squadre hanno già le meglio stelline in orbita prima squadra, vero, ma tante altre li fanno giocare qui con continuità lasciandole affinare contro squadre di pari età e (spesso) pari talento. (…). Per le italiane è finita come nella Champions vera: Inter e Napoli fuori, Juventus e Roma avanti. Ma entrambe da seconde dei rispettivi gironi, quindi affronteranno ai playoff una del raggruppamento campioni nazionali (sorteggio lunedì, da evitare c'è il Chelsea). Ma chi ha brillato finora? Ecco, reparto per reparto, i talenti più lucidi delle big d'Europa.

IN DIFESA (…)I difensori che fanno gol sono merce rara, il top di gamma ce l'ha la Roma: David Bouah (2001), 3 in 4 gare, è una specie di Florenzi che fa tutta la fascia destra, gran gamba e tiro, è stato il primo giallorosso nato dopo il terzo scudetto ad andare in panchina con la prima squadra, di recente si è dovuto fermare per la rottura del crociato. (…).

A CENTROCAMPO  Due brillano su tutti:  Alessio Riccardi (2001), il gioiello più luccicante di Trigoria, piedi di zucchero e mentalità vincente, che per ora « totteggia» ma da grande potrebbe imparare i tempi della regia; e Ryan Gravenberch (2002), che l'Ajax ha già lanciato in Eredivisie facendogli battere il record di precocità di Seedorf, mediano fisicato e creativo, imperioso palla al piede. (…).

IN ATTACCO (…). La coppia d'oro in attacco ce l'ha il Manchester United: Mason Greenwood (2001) attacca gli spazi alla Rashford, rispetto a cui ha meno durezza fisica ma forse più piedi; Tahith Ghong (1999), strappato al Feyenoord, ha i capelli di Slash, mito della chitarra, e lo stile di gioco di Robben, mito del Bayern. (…).

(gasport)