LA REPUBBLICA (F. SALVATORE) - Ricompensato con la presidenza di Acea dalla sindaca Virginia Raggi, per il suo lavoro sullo stadio della Roma, Luca Lanzalone fin dal suo arrivo nella Capitale ha raggranellato potere e credibilità, proponendo soluzioni a problemi spinosi per il Campidoglio: dall'Atac, con la «proposta di concordato», a Multiservizi, «con la gara a doppio oggetto». Una versatilità tale che lo ha fatto ambire ad incarichi di ben altro spessore. L'avvocato genovese, a distanza di qualche settimana dalla formazione del Governo, grazie alle sue entrature nel M5s, si sentiva in pole position per occupare caselle importanti: «Se potessi avere influenze sulle nomine penso prima a te, poi a quelli dello studio e se avanza a chi offre di più», scrive Lanzalone in una chat dello scorso maggio al suo collega di studio Luciano Costantini. Il dettaglio è inserito nelle carte dell'inchiesta sul giro di mazzette elargite dal costruttore Luca Parnasi in favore di politici di Forza Italia, Pd e M5S, per portare avanti senza intoppi la realizzazione della struttura a Tor di Valle. «A me avevano messo sulla partita delle nomine. Poi hanno deciso di sospendere tutto per concentrarsi solo sul Governo — prosegue Lanzalone — (Così si sono persi una ventina di nomine; io ho piazzato un sindaco in Leonardo). Se non fanno ripartire quel tavolo non posso far nulla. Bisognerebbe sentire Alfonso (il ministro Bonafede ndr)». Una richiesta che il suo collega non lascia inevasa: «Gli scrivo», chiosa Costantini.
Una scalata al potere, dunque, quella di Lanzalone. Che comincia ben lontano, e si sviluppa su due direttrici: da una parte l'avvocato offre le sue competenze nelle amministrazioni pentastellate (prima Livorno e poi Roma) e dall'altra prova ad avvicinare i pezzi da novanta del movimento. È lui a chiedere all'ex assessore alle partecipate del Campidoglio Massimo Colomban di conoscere Beppe Grillo: «Lanzalone e Giampaoletti (direttore generale Campidoglio ndr) mi avevano espresso il desiderio di conoscerlo — mette a verbale Colomban davanti ai carabinieri del nucleo investigativo lo scorso 26 giugno — io ho chiesto a Grillo se lui era disponibile ad incontrarli. Quella sera a cena, il 20 marzo 2017, oltre a me, Grillo, Lanzalone, c'erano anche altre persone al tavolo, tra cui parlamentari M5s, nonché Paolo Simioni». Quanto alle sue abilità professionali, lo stesso ex assessore non ne fa mistero: «Fu lui direttamente, o attraverso la sindaca, a proporre un concordato in continuità per Atac che io reputavo l'ultima scelta praticabile", spiega Colomban. «Io suggerii alla sindaca di ricercare un partner con risorse finanziarie e manageriali in grado di ristrutturare l'Atac. Proposi Ferrovie dello Stato". La storia andò in modo diverso. Gli spunti di Lanzalone, tra l'altro, non si sono limitati alla municipalizzata dei trasporti: «Ricordo la gara a "doppio oggetto" per la società Multiservizi — continua l'ex assessore — Lanzalone la propose in relazione alla messa a bando della società che doveva andare sul mercato. Ci furono svariate riunioni con esponenti dell'avvocatura e Giampaoletti. Vi erano perplessità sulla proposta. Poi, che a me risulti, la gara è stata sospesa per ricorsi amministrativi».