«Io e Patrik? Per tutti i giocatori che ho avuto alla Samp e poi sono andati altrove, sono sempre stato un secondo padre. Perché a loro voglio veramente bene. E ne voglio pure alla Sampdoria, visto che per ogni cessione, faccio tre nuovi acquisti…». L’affare Schick, costato circa quattro milioni alla Sampdoria, e rivenduto dopo un anno alla Roma per una cifra dieci volte superiore, rappresenta l’emblema di una certa capacità di fare business con il calcio che negli ultimi quattro anni Ferrero ha perfezionato a tal punto da trovare un perfetto equilibrio fra conti societari e valore della rosa. Ferrero e Roma (anzi, la Roma), è la storia stessa della vita del numero uno blucerchiato, di un ex ragazzo cresciuto al Testaccio, diventato poi produttore cinematografico di successo, che ha vissuto in prima persona la vera Roma della Dolce Vita ed oggi appena può ritorna a casa. Vive in centro, ha il suo quartier generale sopra al cinema Adriano e, quando può, nella capitale conduce un’esistenza assolutamente normale. O, almeno, ci prova: va a fare jogging con la maglia della Samp (documentato da lui stesso sui social), gira per la città con la sua utilitaria elettrica e persino capita di vederlo salire in autobus. La verità è che lui è romano nel cuore, e per questo al popolo giallorosso piace un mondo. Provate a fare qualche passo con lui in città: dai tifosi romanisti l’unica richiesta è quella di comprare la società, semplicemente perché al di fuori dai confini di Trigoria, Ferrero è il presidente calcistico più amato dalla piazza romanista.
(gasport)