IL TEMPO (A. AUSTINI) - Chiamate un dottore. Anzi, più di uno. La Roma sta male e va curata, nel vero senso del termine. A Napoli il totale di infortunati e acciaccati è salito a otto giocatori. Troppi per reggere il confronto con la seconda migliore squadra d’Italia. E infatti la gara, risultato a parte, è stata a senso unico. Sì, la Roma l’aveva quasi vinta ma «ai punti» meritava di perderla perché ha subìto dall’inizio alla fine. Problemi tattici, di energie fisiche e mentale, limiti strutturali, bravura dell’avversario: tutto vero, ma la Roma sta perdendo troppi pezzi per strada. De Rossi è il caso più delicato. Se esce lui, la squadra crolla: si è visto anche domenica sera ed è un bel problema Visto che parliamo di un calciatore di 35 anni. Guarita la frattura al piede, è tornato a farsi sentire il dolore al ginocchio destro, dove una cisti sul menisco esterno gli ha provocato un’infiammazione cronica. Perché non la toglie allora? Semplice, per rimuovere la cisti, genericamente associata a una lesione del menisco, serve un intervento chirurgico che lo costringerebbe a fermarsi dalle 8 alle 12 settimane. In pratica una stagione quasi compromessa. Quindi De Rossi ha scelto insieme ai medici di provare a gestire l'infortunio con una terapia conservativa. Ieri nuova visita a Villa Stuart, dove il prof. Mariani gli aveva già prescritto nelle settimane scorse una cura a base di infiltrazioni e fattori di crescita per tamponare i il dolore. Ora si è aggiunta una contusione ossea il capitano deve fermarsi di nuovo stop: salterà Firenze e monitorerà giorno per giorno la sue sensazioni, puntando la trasferta di Mosca o la gara successiva in casa con la Samp. Incerti anche i tempi di recupero di Manolas, che a Napoli ha sentito fastidio alla stessa coscia che gli aveva dato noie in Nazionale. Nonostante una gestione accorta il greco si è fermato di nuovo ed è quantomeno in dubbio per Firenze. Tra i quattro assenti di domenica potrebbero recuperare, in teoria, Karsdorp e Kluivert. Pastore è un caso cronico indecifrabile, Perotti sta messo ancora peggio e rientrerà dopo la prossima sosta. In più vanno valutate da oggi in poi, nei quattro allenamenti a disposizione prima della Fiorentina, le condizioni di Kolarov e Florenzi. Il primo, reduce da una frattura al piede simile a quella di De Rossi, ha giocato «sul dolore» a Napoli, mentre Florenzi è stato tenuto inizialmente a riposo per un affaticamento. Dall'estate a oggi siamo già arrivati a dodici infortuni muscolari che hanno colpito otto giocatori diversi: Perotti, Pastore, Manolas, Schick, Karsdorp, Kluivert, Luca Pellegrini e ora Florenzi. A questi vanno aggiunti gli stop di natura traumatica subiti da Under (spalla), lo stesso Perotti (cavilia con ricaduta), Florenzi ginocchio e setto nasale), Mirante (cervicale), De Rossi e Kolarov (mignolo del piede per entrambi). La storia si ripete. Allo stesso punto della scorsa stagione erano 15 i problemi muscolari accusati dai romanisti. Eppure sono cambiati i preparatori: via gli americani Norman e Lippie. Ma anche prima di loro le cose non andavano meglio, con allenatori e staff diversi. A Trigoria si stanno convincendo che pure gli infortuni dipendono dalla testa: giocare nella Roma porta tensione. A tal punto da favorire inconsciamente le lesioni.