"Mi dispiace che Nainggolan abbia questo stato d'animo. Passo la maggior parte del mio tempo pensando alla Roma. A volte la prospettiva è migliore se non si è fisicamente sul posto. L'ho adorato. Un guerriero".
Così il presidente Pallotta, raggiunto da Il Romanista, ha risposto a Radja Nainggolan, che aveva attaccato duramente la società giallorossa e il presidente stesso in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, criticando il modo di gestire la squadra e la scarsa presenza fisica nella Capitale del numero uno della Roma e il modo in cui è avvenuta la sua cessione.
(Ilromanista.eu)
______
James Pallotta ha letto la traduzione dell’intervista di prima mattina a Boston, dove la notte scorsa ha seguito l’esordio vincente dei suoi Celtics in Nba contro Philadelphia insieme ai dirigenti giallorossi Monchi, Fienga e Calvo, volati lunedì scorso negli Usa per una serie di riunioni sulle strategie del club. Contattato da Il Tempo, il presidente ha risposto così alle frecciate di Nainggolan: “Mi dispiace sentire certe cose da lui – replica Pallotta – dice che non sono mai presente a Trigoria ma io sto lavorando ogni giorno sulla Roma. Ad esempio diversi dirigenti del club sono venuti a Boston questa settimana”. Compreso il dg Baldissoni, rientrato l’altro ieri in sede.
Poi Pallotta si rivolge al belga con affetto: “Ho amato Radja – sottolinea a Il Tempo - e ci tengo molto a lui, è uno degli atleti più intelligenti che io abbia mai incontrato”. E ormai non sono pochi, visto che l’imprenditore bostoniano guida da 7 anni la Roma, oltre a far parte del gruppo di investitori a capo dei Boston Celtics. Nainggolan sperava di poter continuare a giocare nella Capitale e non lo ha mai nascosto. “È finita non per colpa mia – ha detto ancora il Ninja alla Gazzetta - almeno non del tutto. Sono rimasto deluso da alcuni comportamenti che come uomo non posso accettare. Io ho sbagliato, di sicuro, come quel video di Capodanno…però loro hanno fatto le cose senza dirmi niente. E invece da uomini veri ci si parla in faccia. La Roma voleva incassare soldi dalla mia cessione. Ho scoperto dopo che erano d’accordo con club stranieri che non avrei mai accettato, mi sono sentito trattato come un giocatore non importante, hanno fatto le cose alle mie spalle. A quel punto mi ha chiamato Spalletti e non ci ho pensato un attimo. All’inizio avevo rimpianti, ma qui sono stato accolto benissimo”. La verità della Roma è un’altra ma il botta e risposta dovrebbe finire qui. Aspettando la prossima puntata.
(iltempo.it - A. Austini)