C’è chi gli fa i complimenti per l’onestà e chi, invece, si è sentito tradito perché da calciatore non si era mai arreso allo strapotere - in campo e fuori - della Juventus. Di certo l’intervista rilasciata ieri mattina a Roma Radio da Francesco Totti ha dato parecchi spunti a tifosi e addetti ai lavori giallorossi: tra radio e social network, infatti, non si è parlato d’altro.
«La Juventus fa un campionato a parte, è inutile nasconderlo. È fuori concorso. Noi dobbiamo giocarne un altro con Milan, Inter, Napoli e Lazio, questa è la realtà». Ecco la frase incriminata che ha fatto passare in secondo piano altri passaggi dell’intervento di Totti (...)
Ubaldo Righetti conosce le dinamiche della comunicazione romanista: «Il problema è che qui non va più bene niente. Francesco è stato realista, ha subito aggiunto che non deve essere un alibi perché di obiettivi ce ne sono un’infinità. Se avesse detto il contrario lo avrebbero preso per matto. Riconoscere il valore dell’avversario non significa rinunciare a competere. Quando facciamo le classifiche, mettiamo tutti la Juventus in testa. Totti ha detto solo una cosa reale».
Un altro ex romanista, Ciccio Graziani, si schiera con Totti: «È stato sincero, la logica dice che ha ragione lui e che la Juventus è tre gradini sopra le altre. Quella più vicina è l’Inter. Poi le variabili possono essere molte, non c’è niente di definitivo».
Un altro campione d’Italia, Marco Amelia, si schiera dalla parte dell’ex capitano: «Mi fa piacere - il suo tweet - che anche Totti la pensi come me. Servono equilibrio, compattezza e sostegno da parte di tutti per superare le difficoltà e costruire un futuro ambizioso, crescendo come squadra, società e ambiente».
(...) Molto più ampia, sul web, la spaccatura. Da una parte chi sposa in pieno il pensiero di Totti. «C’è chi pensa che le sue parole siano un segnale di resa - dice un tifoso su Twitter -, invece è semplicemente essere obiettivi. Molti preferiscono l’illusione e le belle parole ad una verità amara, io no». Altri gli fanno eco: «Intervista da vero capitano, che difende società, allenatore e giocatori, non prende in giro i tifosi e mette le cose in chiaro: la Roma non può vincere lo scudetto».
Dall’altra parte c’è chi non ha gradito («È normale che parli così, è stipendiato») e chi prende spunto per attaccare la società: «Quando vedono le brutte, mettono in mezzo Totti. Allora perché non affidargli un ruolo più importante, come ad esempio quello di direttore sportivo?».
(corsera)