IL TEMPO (A. AUSTINI) - Era la certezza della scorsa stagione, i titolari sono gli stesi (tranne il portiere), eppure qualcosa non funziona. La difesa è il reparto che preoccupa di più Di Francesco, non solo per i tentennamenti con il Torino e i disastri con l’Atalanta, ma anche per quanto ha visto nelle amichevoli in Usa.
C’era una volta la Roma solida, capace di chiudere 23 partite su 51 dell’anno scorso senza subire gol, che aveva semmai il problema di segnar poco. Se si conato i test contro il Tottenham, Barcellona e Real Madrid, uniti alle prime gare di campionato. I giallorossi hanno subito 11 reti in cinque match, più di due a partita. Squadra sbilanciata, pressing inefficace, errori dei singoli difensori, c’è un po’ di tutto nel campionario di episodi che suggerisce all’allenatore di intervenire, già a partire da domani sera a San Siro contro il Milan. La formazione sarà diversa in 3-4 uomini rispetto a quella con l’Atalanta e le modifiche più consistenti sono previste proprio in difesa. Una è obbligata: Florenzi non può rischiare dopo il fastidio al ginocchio accusato e tornerà dopo la sosta, Karsdorp è finalmente pronto e favorito su Santon per sostituirlo a destra. Cambierà probabilmente anche un centrale, con Fazio maggiore indiziato alla panchina: l’argentino ha fatto male sia col Torino che con l’Atalanta, palesando una condizione fisica deficitaria. Al suo posto dovrebbe esserci il più collaudato Juan Jesus, ma occhio a Marcano, definito il migliore della preparazione estiva da Di Francesco. Difficile ma non escluso il passaggio alla difesa a 3, in quel caso Fazio potrebbe salvare il posto. Olsen resta al suo posto, Mirante è fermo per la cervicale.
Il centrocampo è stato rivoluzionato da Monchi sul mercato e ora il tecnico deve ricostruirlo in campo. Nzonzi è un sicuro pilastro della nuova Roma, ma al momento non sembra pronto a giocare 90 minuti e il tecnico sta pensando di farlo partire ancora dalla panchina. Con De Rossi pronto agli straordinari, anche per convincere Mancini a convocarlo sabato in Nazionale, se il modulo sarà ancora 4-3-3 si va verso la conferma di Cristante e Pellegrini. Si dovesse optare invece per un 4-2-3-1 l’ex atalantino è favorito sul giovane romano. Perotti è out, Pastore e Dzeko non si toccano, difficile pensare a un turno di riposo per Under, qualora ci fosse spazio dall’inizio per un altro attaccante se la giocherebbero El Shaarawy e Kluivert. “Strootman – ammette il Faraone – è una mancanza grande, ma con i talenti che abbiamo possiamo ripetere la stagione dello scorso anno”. Forze fresche il rigenerato Schick che sembra ancora indietro nelle gerarchie del tecnico ma ha le idee chiare: “Questa per me non può essere una stagione importante: deve esserlo”.
Rivoluzione in difesa a San Siro
30/08/2018 alle 15:24.