MILANO E FINANZA (L. MONDELLINI) - Il possibile acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus un effetto lo ha già prodotto: in settimana, da quando cioè si sono fatte sempre più insistenti le indiscrezioni su un possibile passaggio del campione portoghese in bianconero, il titolo del club presieduto da Andrea Agnelli (e controllato da Exor) ha guadagnato il 33% chiudendo il periodo a 0,87 euro. In termini di capitalizzazione la Juventus è passata in una settimana da 666 a 885 milioni ottenendo un incremento di 219 milioni, che da solo è più che doppio di quanto, secondo la stampa sportiva, la Juventus sarebbe disposta a pagare al Real Madrid il cartellino di CR7, ovvero 100 milioni (cifra però che non sembra bastare ai madrileni). Si tratta ovviamente di un guadagno virtuale, visto che il titolo può sempre perdere terreno nelle prossime sedute (mentre l'eventuale pagamento al Real Madrid del calciatore dovrà essere concretizzato in moneta sonante). Ma ciò non toglie che l'idea Cristiano Ronaldo alla Juventus piace molto alla borsa. E piace nonostante l'entità dell'operazione peserebbe non poco sul bilancio bianconero e malgrado il fatto che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il sostegno all'operazione dalle altre controllate di Exor (Fca e Ferrari in primo luogo) non sarebbe così sostanzioso come ipotizzato da molti organi di informazione in settimana.
Entrando nel dettaglio, il peso di CR7 sul bilancio della Juventus verrà dato da due costi: l'ingaggio offerto al portoghese e il prezzo pagato al Real Madrid (opportunamente ammortizzato per gli anni di durata del contratto). Per quanto riguarda lo stipendio, le indiscrezioni circolate finora hanno indicato in 30 milioni di euro netti la cifra offerta dalla Juve, pari a un costo aziendale (quindi non solo lo stipendio al lordo delle tasse) sul bilancio del club di 68,4 milioni a stagione. Per quanto riguarda il prezzo del cartellino, si vocifera di un'offerta di 100 (che però non basterebbe al presidente del Real Florentino Perez). E questo significherebbe una spesa di 25 milioni per ognuno dei quattro bilanci del contratto. Complessivamente, dunque, l'impatto in termini di maggiori costi sarebbe di circa 93,5 milioni a stagione. Non esattamente una cosa da poco per un club che dovrebbe aver chiuso la stagione 2017/18 (il 30 giugno scorso) con un fatturato di circa 540 milioni e con una perdita che (secondo le stime) si dovrebbe aggirare sui 30 milioni.
E' evidente che parte di questa spesa può essere ammortizzata con la cessione di alcuni giocatori in organico (tra questi si parla del costoso Higuain oltre che di Rugani e Alex Sandro). Ma è nello stesso tempo palese che nella testa del presidente della Juventus Andrea Agnelli e dell'amministratore delegato Giuseppe Marotta l'ingaggio di Cristiano Ronaldo si dovrebbe accompagnare a una forte crescita dei ricavi sportivi, dato che con in squadra un super-campione come il portoghese la speranza di percorsi molto lunghi e lucrativi nella super-redditizia Champions League è molto concreta. Ma soprattutto dovrebbe andare a braccetto con un forte incremento dei commerciali. Per esempio, l'anno scorso il patron del Psg Nasser Al-Khelaïfi dopo l'arrivo a Parigi di Neymar e Mbappé aveva stimato una crescita dei ricavi commerciali del club transalpino compresa tra il 20 e i140%. E in questo quadro la Juventus può giovarsi del fatto che Cristiano Ronaldo è il calciatore più seguito al mondo nei social (CR7 ha 122 milioni di follower su Facebook, 74 milioni su Twitter e 133 milioni su Instagram) e soprattutto che da solo rappresenta un'azienda. Secondo la rivista americanaForbes, tra il 1° giugno 2017 e il 1° giugno 2018 il campione portoghese ha guadagnato 108 milioni di dollari, di cui circa 47 dalle sponsorizzazioni. La principale è quella della Nike (Ronaldo è il primo calciatore ad aver strappato un accordo a vita con l'azienda americana per quasi 30 milioni di dollari all'anno). Ma la «brandizzazione» non finisce qui, in quanto il calciatore è testimonial tra le altre anche di Armani, Samsung, Herbalife, Mtg, American Tourister, Emirates, e Tag Heuer.
Inoltre va segnalato che su questo patrimonio di immagine si dice che la Juventus stia lavorando a un contratto per cui il club torinese possa trattenere circa il 50% dei contratti di sponsorizzazione stipulati dal calciatore nell'arco della durata del contratto. Invece sembrano non trovare conferma i rumors secondo cui l'acquisto di CR7 sarebbe sostenuto anche da altre controllate della famiglia Agnelli. In particolare, a Maranello non trovano riscontro le voci secondo cui CR7 potrebbe diventare un testimonial per la Ferrari. La Rossa d'altronde non ha mai avuto un uomo immagine e ben difficilmente affiderebbe la commercializzazione del suo mito a un calciatore (benché forte e glamour quanto si voglia). Qualche spiraglio in più c'è invece iper quanto riguarda Fca, dove però si fa notare che nel caso si potrebbe pensare a qualche sponsorizzazione leggera (e quindi di non grande impatto economico) ma non strutturale. Magari per Jeep, il marchio-gioiello del gruppo. Il Lingotto d'altronde ha il suo mercato principale negli Stati Uniti, Paese in cui i calciatori non hanno la loro massima visibilità. Il secondo mercato è il Brasile, dove storicamente è meglio avere testimonial locali (per molti anni, quando Ferrari era all'interno della Fiat, la Rossa ha avuto un pilota brasiliano, prima Barrichello e poi Massa, che utilizzava come testimonial per l'America Latina). In questo quadro CR7 potrebbe essere utilizzato per il mercato europeo e il sempre più importante mercato asiatico. In linea teorica un possibile supporto potrebbe arrivare dalla capogruppo Exor, i cui uomini, interpellati da MF-Milano Finanza, si sono trincerati dietro un «no comment» sulla questione (Exor oltre a Juventus, Fca e Ferrari controlla anche altre società, come la compagnia di riassicurazione PartnerRe e il settimanale londinese The Economist). La sensazione però è che la Juventus debba farcela da sola a sostenere l'acquisto di Cr7 e a Torino ai piani alti della dinastia sono convinti che Andrea Agnelli e il suo management siano in grado di affrontare la situazione. Sempre che Florentino Perez si convinca a lasciare andare il calciatore con cui ha vinto quattro Champions League.