Ventitré anni di calcio ad alti livelli, cinque squadre, 86 gare in nazionale, quattro campionati e due coppe in bacheca. E ora? «Rimarrò in questo mondo, ma ancora non posso dire cosa farò». Se la ride Bogdan Lobont, che a 40 anni ha annunciato il ritiro dopo 9 stagioni con la Roma.
Quando ha iniziato a pensare all’addio?
«Tre anni fa. Mi sono preparato nel migliore dei modi perché volevo farmi trovare pronto. Ormai ho dato tutto quello che potevo».
(...) Il ricordo più bello?
«Gli allenamenti con i compagni. Ho avuto il privilegio di incontrare giocatori forti e grandi dirigenti. Ogni volta imparavo qualcosa di nuovo».
(...) Che ricordi ha di quel famoso 26 maggio 2013?
«Fa parte della vita, aiuta a crescere. È stato il momento di gloria dei laziali: hanno toccato il cielo con un dito, poi sono calati. A noi, invece, ha dato la spinta per tornare ad alti livelli».
Il compagno più forte con il quale ha giocato?
«Il Capitano (Totti, ndr). Dal punto di vista umano è magnifico. E quando tocca il pallone è meglio non stare in porta».
(...) Cosa pensa di Alisson?
«È il portiere più forte al mondo. L’anno scorso non è stato facile per lui, ma ora ha dimostrato tutte le sue qualità».
Di Francesco è l’uomo giusto per portare in alto la Roma?
«È tanta roba! È come un sarto che deve fare un abito su misura, ora bisogna dargli tempo. La mentalità vincente si costruisce giorno dopo giorno, ma questa è la strada giusta».
(corsera)