Fronda dei consiglieri M5S contro il progetto. Piano B di Virginia: serve una nuova impresa

15/06/2018 alle 13:42.
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IL MESSAGGERO (L. DE CICCO / U. TRANI) -  Salvare il progetto , dopo la maxi-retata di arresti dell'altro ieri, è quasi una mission impossible. Virginia Raggi è dubbiosa ma ci prova, mentre tra i consiglieri della sua maggioranza, già riottosi all'accordo con i privati messo in piedi da Lanzalone un anno fa, la protesta monta come la panna: «Se il progetto è inficiato, meglio fermarsi», dice il presidente della Commissione Sport, il grillino Angelo Diario. E tanti la pensano come lui: «Ora vanno ricontrollati tutti gli atti». La sindaca pentastellata non vuole strappare con la Roma e oggi incontrerà il diggì giallorosso, Mauro . Ma Raggi non è nemmeno disposta a essere travolta da un'operazione calcistico-immobiliare ormai affogata nel torbido della corruzione. Tocca trovare un equilibrio.

La scappatoia su cui si ragiona in queste ore a Palazzo Senatorio, tra mille incognite, è appesa all'eventualità che si faccia avanti un altro imprenditore, che compri i terreni dalla Eurnova di - nel frattempo verrà affidata a un curatore-commissario - e costruisca lo stadio e il mega-complesso di uffici, negozi e alberghi.

È una carta che si può giocare solo se si dimostrerà che il sistema di mazzette scoperchiato dalla Procura, non abbia intaccato il progetto. Gli uffici dell'Urbanistica comunale hanno avviato una verifica su tutti gli atti. Di sicuro nelle carte dell'inchiesta ci sono i pareri firmati da Daniele Leoni, il funzionario indagato del dipartimento Urbanistica che ha partecipato in prima persona alle riunioni della Conferenza dei servizi, l'organo che a dicembre ha avallato il progetto . Per gli inquirenti Leoni avrebbe ricevuto dal gruppo 1.500 euro, pagati attraverso un bonifico (intestato a una fondazione) a lui «riferibile», si legge nell'informativa dei carabinieri. Tutti i pareri verranno quindi ricontrollati e probabilmente, in caso di illeciti, riscritti. Il funzionario indagato nel frattempo dovrebbe essere trasferito ad altre mansioni.

«NON PRIMA DEL 2019» C'è un altro aspetto inquietante che impatta sul destino del progetto stadio. Il piano viabilità, uno dei pilastri dell'operazione sul lato pubblico. I manager del gruppo , intercettati, ammettono di avere tentato di nascondere i flussi di traffico reali. Visto che «si crea il caos sulla via del Mare» senza il nuovo Ponte di Traiano, l'infrastruttura prevista nella prima versione del progetto, cancellata dopo l'accordo con M5S. «Questo tienilo per te», diceva uno degli arrestati, Caporilli, a un altro dipendente di .  Sia in Campidoglio che in Regione, quindi, sono convinti di una cosa: se mai il progetto sopravvivesse all'inchiesta, serviranno molti, molti più investimenti su trasporti e viabilità. Lo aveva scritto tra le osservazioni la stessa Conferenza dei servizi. Nessuna variante potrà essere avallata dalla Pisana senza questo intervento. Quindi nessuna delibera sbarcherebbe in Consiglio comunale «prima del 2019», dicono fonti qualificate del dipartimento Urbanistica. Per la prima pietra, servirebbe almeno un anno, a essere ottimisti.

Sul fronte Roma, , in vacanza in Italia (ieri tappa a , in pizzeria, prima di spostarsi ad Amalfi), è in contatto coi suoi legali. Il nuovo stop lo infastidisce e se il ritardo sarà significativo, si chiamerà fuori. I suoi avvocati romani, intanto, studiano le procedure che si applicano in casi del genere. E continuano a confrontarsi con il Campidoglio: il Mauro , in giornata, incontrerà Virginia Raggi e ribadirà la posizione della Roma che considera ancora valido il progetto. L'obiettivo è salvare l'iter, dopo la nomina del curatore di Eurnova. I dirigenti giallorossi si augurano che la situazione si risolva rapidamente per passare allo step successivo, cioè alla vendita del terreno e del progetto. Sperano di andare a dama individuando il nuovo partner. Esclusa, al momento, la possibilità di scegliere un'area diversa, significherebbe ripartire da zero.