Cosa succede con il PSG e il Financial Fair Play: Pastore alla Roma per una plusvalenza da 15 milioni

20/06/2018 alle 16:12.
pastore-psg-smorfia-2016-2017-750x450

ULTIMOUOMO.COM - L’affaire di mercato del momento, l’improvviso interesse della Roma per Pastore, che sembra vicinissimo all’approdo in giallorosso, si distingue dal resto delle voci estive perché potrebbe essere direttamente collegato alle novità sopraggiunte da Nyon la scorsa settimana, in merito alle questioni riguardanti il Fair Play Finanziario.

Qualche giorno fa la UEFA ha reso noto le sue decisioni in merito a 16 squadre che sono finite nel corso della scorsa stagione sotto la lente d’ingrandimento del Fair Play Finanziario. Fra queste continua a far discutere molto la situazione del Paris Saint-Germain, soprattutto dopo la faraonica campagna acquisti della scorsa estate culminata con gli arrivi di Neymar e Mbappé. A differenza di quanto sostenuto da alcuni media francesi, la UEFA ha per il momento deciso di chiudere il procedimento aperto sui francesi non rilevando alcuna infrazione del Fair Play Finanziario per il triennio 2014-2017 e riservandosi di tenere sotto controllo la chiusura del bilancio 2017/18 sul quale incideranno anche eventuali plusvalenze realizzate entro il 30 giugno.

Nonostante siano uscite alcune indiscrezioni che indicano in 60 milioni le plusvalenze da incassare prima della chiusura del bilancio il 30 giugno, il comunicato della UEFA in realtà non è entrato nel dettaglio su ciò che il Paris Saint-Germain deve fare nelle prossime due settimane per non sforare i parametri fissati dall’organismo finanziario europeo.

Prima di provare a capire da dove i campioni di Francia potrebbero ottenere questi soldi – e su questo punto entra in gioco Pastore, che se ceduto a 18 milioni, genera una plusvalenza di 15 milioni – vale la pena fare un approfondimento sia sui conti societari del club parigino, per capire la congruità della cifra, sia sul regolamento UEFA, per valutare a cosa andrebbe incontro il PSG se non raggiungesse l’obiettivo.

Il PSG ha davvero bisogno di 60 milioni? - Il bilancio 2016/17 dei parigini si è chiuso con un passivo di 19 milioni, sorprendentemente rispetto alle previsioni fatte la scorsa estate (che prevedevano invece un attivo importante). I dati mettono in mostra immediatamente i due motivi che hanno creato queste discrepanze: il primo è dovuto ai costi degli agenti UEFA che hanno curato le operazioni di mercato sia in entrata (10 milioni più del previsto) che in uscita (20 milioni che hanno eroso le plusvalenze attese, ferme ad appena 14 milioni nonostante le cessioni di David Luiz e ), il secondo è una contrazione dei ricavi rispetto all’anno precedente di circa 40 milioni.

Il fatto che la situazione del PSG sia stata presa in esame dalla UEFA fin dallo scorso autunno e che il bilancio finale del 2016/17 sia stata pubblicata alcuni mesi dopo lascia pensare che su quest’ultima riduzione abbia pesato in maniera rilevante il ricalcolo del valore di mercato di alcuni contratti di sponsorizzazione. Nonostante ciò, come confermato dalla UEFA, il deficit per il triennio 2014/17 è stato nettamente all’interno dei margini concessi (due attivi di 10 milioni e un passivo di 19 equivalgono a un sostanziale pareggio di bilancio, ulteriormente migliorabile con lo scorporo dei costi virtuosi, a fronte di una deficit massimo ottenibile di 30 milioni).

A quanto pare, però, le operazioni di mercato della stagione 2017/18 dovrebbero comprendere anche quella di Mbappé, che sembrerebbe essere stata messa a bilancio già quest’anno nonostante l’iniziale prestito. Contando gli impatti di ammortamenti e stipendi, quindi, potrebbe esserci stato un peggioramento dei conti di circa 80 milioni rispetto all’anno precedente, nonostante gli 80 milioni di plusvalenze incassate dalle cessioni di Matuidi, Aurier, Augustin, Sabaly e Lucas Moura. Se questi dati fossero confermati, immaginando stabili gli altri introiti, si potrebbe presumere un passivo di bilancio per il 2017/18 di circa 100 milioni, che porterebbe conseguentemente a un deficit del triennio 2015/18 di circa 110 milioni, 80 più del massimo previsto. Alla luce di questi numeri, è realistico supporre che il PSG debba effettivamente incamerare circa 60 milioni, ipotizzando un aumento dei ricavi rispetto al bilancio precedente dovuta all’arrivo di Neymar e Mbappé.

Cosa rischia il PSG? - Passando alle eventuali sanzioni in caso di sforamento dei parametri fissati della UEFA, non sembra probabile al momento l’ipotesi di un immediato rinvio del club alla Camera Giudicante con il conseguente rischio di esclusione dalle coppe, in quanto il Paris Saint-Germain non è al momento fra le squadre sottoposte a restrizioni per violazioni del Fair Play Finanziario. Il regolamento della UEFA prevede infatti che in caso di break-even eccessivo venga semplicemente fatta ripartire un percorso che porti verso un nuovo Settlement Agreement contenente restrizioni valide verosimilmente fin dal bilancio 2018/19. Solo in caso di mancato accordo fra club e UEFA sui termini del Settlement Agreement, o di successiva mancata ottemperanza a esso, dovrebbe entrare in gioco la Camera Giudicante portando con sé il rischio di sanzioni più severe.

Nel caso in cui il PSG dovesse davvero incassare 60 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno, il Paris Saint-Germain avrebbe due possibili strade da percorrere. La prima è provare a seguire l’esempio dell’ e generare introiti dalla cessione di giovani giocatori o talenti della Primavera. La seconda è chiudere una o due cessioni di livello. I nomi che circolano maggiormente a questo proposito oltre al già citato Pastore sono quelli di Guedes (il Valencia sarebbe interessato a riscattarlo per 50 milioni, operazione che porterebbe nelle casse del PSG una plusvalenza di 28 milioni), Cavani (ceduto a 60 milioni genererebbe una plusvalenza di 51), Di Maria (con prezzo di 40 milioni plusvalenza di 24), Draxler (con incasso di 40 plusvalenza di 13) e Areola (35 milioni tutti di plusvalenza). Intanto nei giorni scorsi i parigini hanno incamerato la prima plusvalenza di 10,3 milioni cedendo la punta Edouard al Celtic Glasgow (con Pastore fanno in tutto circa 25 milioni di plusvalenza).

 

Anche una volta raggiunto l’obiettivo, partendo da queste basi il Paris Saint-Germain non potrebbe comunque affrontare serenamente il mercato in ottica bilancio 2018/19 perché i 140 milioni di plusvalenze eventualmente incassati nel 2017/18 non solo dovranno essere ricavati di nuovo tramite plusvalenze, aumenti dei ricavi o tagli dei costi, ma dovranno aumentare ad almeno 170 per l’uscita dal triennio di riferimento dell’unica annata delle tre precedenti (2015/16, 2016/17, 2017/18) chiusa in positivo (cioè la stagione 2015/16, in cui il PSG ha chiuso in attivo di 10 milioni.

Diverso sarebbe invece il caso di un possibile scambio tra Neymar e Cristiano Ronaldo da realizzare con il . Le cifre in ballo sarebbero elevatissime ma paradossalmente potrebbero rappresentare l’operazione meno problematica in ottica Fair Play Finanziario per il PSG. L’ingaggio di Neymar verrebbe infatti trasferito direttamente al portoghese senza impattare sui conti. L’ammortamento annuale del brasiliano, inoltre, è di 44,4 milioni di euro: quindi per fare un’operazione a costo zero il prezzo di CR7 dovrebbe essere di circa 133 milioni in caso di contratto triennale e di 44,4 milioni in più per ogni anno ulteriore di contratto. Una cessione di Neymar a una cifra superiore a 177,8 milioni, invece, genererebbe addirittura una plusvalenza utile al club per migliorare il proprio bilancio. Chissà che dietro ai titoloni di questo primo calciomercato non si nasconda qualche verit

Clicky