«Cose mai viste» dice Monchi. Durissimo l’attacco del d.s. della Roma a fine partita. Nel mirino la direzione, pessima, dell’arbitro Skomina. «È ora di alzare la voce» prosegue il dirigente giallorosso, «il calcio italiano deve farsi sentire, non riesco perché nella competizione più importante non c’è la Var. (...) E il patron James Pallotta rincara la dose: «Var indispensabile anche in Champions, o si cade nel ridicolo come stasera». L’amarezza c’è. La rabbia anche. Con la consapevolezza di essere usciti dall’Olimpico a testa alta. Prendete Dzeko, l’uomo che ha fatto fuori Messi dalla Champions e che ha cancellato l’ultimo sogno europeo di Iniesta. (...) O anche El Shaarawy, la cui carriera in verità racconta una storia opposta, grande talento e testa a volte svagata, ma stavolta animato da una grinta che non gli conoscevamo e che lo rende il migliore dei giallorossi finché non deve uscire zoppicando, probabilmente per crampi. O infine Nainggolan, che sbaglia il pallone del primo gol e ne soffre per lunghi minuti, però alla fine si prende le reti del successo. Non mollano i tifosi, che quasi buttano dentro con il cuore i palloni della vittoria, un 4-2 effimero però pieno di forza e di coraggio, anche per loro che hanno pagato fior di quattrini senza fiatare per un biglietto di Roma-Livepool (...) Si chiama orgoglio, e pazienza se non è servito a vendicare la finale di trentaquattro anni fa: a Kiev va il Liverpool, ma Roma non dimenticherà queste notti. (...)
(corsera)