IL TEMPO (G. BALDINACCI) - Il derby non finisce mai, non è un modo di dire che a Roma duri 365 giorni l'anno. Neppure la categoria ha importanza, dai Pulcini alla prima squadra, la rivalità cittadina non si placa anche se la stracittadina non conta nulla per risultato e classifica. Non potrebbe essere altrimenti, anzi, per il derby Primavera in scena domani alle 13 in casa giallorossa. Perché se la Roma ha centrato i playoff con due turni di anticipo, la Lazio ha pagato lo scotto del nuovo campionato post-rivoluzione e – con altrettanto anticipo – è retrocessa in Primavera 2. I rivali di sempre si sono scatenati con gli sfottò già dallo scorso weekend, quando la sconfitta casalinga dei biancocelesti di mister Valter Bonacina contro la Sampdoria ha decretato l'amaro verdetto: «Lazio in B, siete tornati nella vostra dimensione», hanno scritto sui social network tantissimi tifosi giallorossi che adesso si preparano a prendere in giro gli avversari anche nel derby alle porte. Il passaparola corre veloce, l'appello è di accorrere numerosi domani pomeriggio nel centro sportivo di Trigoria per sostenere i baby della Roma ma anche per lanciare frecciatine ai cugini retrocessi. Cori anti laziali, striscioni goliardici e l'idea di invadere gli spalti del Tre Fontane con palloncini a elio a forma di B. I biancocelesti, dal canto loro, hanno tutta l'intenzione di onorare le ultime due partite di una stagione disastrosa. E il derby ad alto tasso di goliardia è sicuramente l'occasione migliore per zittire gli avversari e rendere meno dolorosa la retrocessione, arrivata a sorpresa dalla prima squadra nel ranking del settore giovanile che negli ultimi cinque anni ha vinto uno scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa italiana (davvero inspiegabile il crollo). La curiosità è che, in caso di qualificazione della squadra di Inzaghi in Champions League, la Primavera – anche se in seconda divisione – l'anno prossimo avrà la possibilità di giocare la Youth League con le migliori d'Europa. Si chiude una stagione maledetta con l'ultimo posto in classifica (finora appena 19 punti fatti in 28 partite giocate). Numeri sconfortanti per una Primavera che in diverse occasioni ha potuto contare anche sui big prestati dalla prima squadra e sui due portoghesi Neto e Jordao. A dare una sterzata non è bastato l'esonero di Andrea Bonatti, all'avvento dell'era Bonacina non è seguito il cambio di rotta nonostante l'impegno dell'ex tecnico della Primavera dell'Atalanta che in biancoceleste ha ritrovato la collaborazione di Mauro Bianchessi (ex responsabile dello scouting del Milan) oggi responsabile del settore giovanile laziale. L'obiettivo ora è chiaro, un anno di purgatorio per risalire subito in prima divisione, anche in virtù della nuova riforma che porterà all'introduzione delle squadre B a partire dalla stagione 2019/2020. Servirà, dunque, un'autentica rivoluzione, non soltanto in termini di investimenti sul settore giovanile, che pure non sono mancati negli ultimi anni. Sarà necessario coltivare i giovanissimi talenti di un vivaio che ha fatto esplodere tanti giocatori: da Keita a Cataldi, da Murgia a Strakosha, da Lombardi a Palombi. Ma l’amarezza resta grande.