IL ROMANISTA - Di Francesco ha rivisto due volte Liverpool-Roma anche per rimediare ai colpi dell'insonnia che ormai gli impediscono di riposare come dovrebbe, nel turbine di emozioni che la sua avventura sulla panchina romanista gli sta regalando. Capire tutto quello che è accaduto non è semplice, ma l'idea che se n'è fatto, e che ha candidamente svelato nel postpartita dell'Anfield, è quella e non cambia: «Se si regalano giocatori, se si perdono contrasti in mezzo al campo, se si lasciano metri agli avversari nei duelli personali o nelle marcature preventive, se le giocate non hanno la giusta qualità, a questi livelli difficilmente si esce bene dalle partite».
Dunque per l'allenatore non è una questione legata alle scelte tattiche, né al sistema di gioco che pure era stato alla base della qualificazione miracolosa col Barcellona. La sua idea era quella di affrontare l'insidioso Liverpool (una squadra che, detto per inciso, ha preso Salah alla Roma con una telefonata, tiene in panchina Wijnaldum pagato 40 milioni e ha comprato Van Dijk a 85) cercando la copertura di un difensore in più in terza linea (con i tre centrali e l'esterno opposto) e bloccando la zona in cui maggiormente gli inglesi producono azioni, cioè quella intorno a Henderson, a cui aveva dedicato la marcatura praticamente personalizzata di Nainggolan, col contributo di Dzeko e Ünder in fase di non possesso. [...]
E se a un certo punto del secondo tempo è tornato al 4-3-3 è stato più che altro perché voleva dare un appiglio psicologico alla squadra che non a caso ha da subito confortato i giocatori in campo. Sia come sia, la decisione per le prossime partite sembra presa: da qui alla fine, che restino cinque partite o sei (...), si andrà col 4-3-3. [...]
Ünder ha deluso parecchio l'allenatore l'altra sera, ma Di Francesco sa per primo che per un classe ‘97 alternare ottime prestazioni a gare più opache è comprensibile. Diventa difficile pensare che il turco sia riproposto nella serata della grande rincorsa, l'ultima della stagione, comunque vadano le cose. [...]