LA REPUBBLICA (G. CARDONE) - Destino. È la parola più usata, in questa settimana, nell’ambiente laziale. È destino che quando la squadra ha un’occasione storica, poi cade rovinosamente. Chiedi spiegazioni, a Formello e dintorni, sul black out di Salisburgo e ti rispondono: “ Destino”. Qualcuno, nel pessimismo classico del mondo biancoceleste, inizia a pensare che sia destino pure che la Roma cancelli l’incubo del 26 maggio vincendo la Champions proprio quel giorno. Il tifoso “destinato” a soffrire, si dice infatti. La fortuna e il suo contrario che indirizzano il pallone e condizionano i risultati. E allora torna in mente lo striscione apparso a Formello nei giorni della rabbia per i torti arbitrali: “Più forti del nostro destino”. Era — è — l’esortazione dell’innamorato di Lazio che non ci sta, che chiede di reagire, che non si rassegna all’idea della Roma “destinata” a vincere il derby dopo l’impresa in Champions. La passione e la ferocia agonistica chiamate a ribaltare verdetti mai scritti.
Lo chiedono i tifosi, lo chiede Simone Inzaghi ai suoi giocatori, ancora scossi dal disastro di Salisburgo. «Ma una macchia non deve cancellare una grande stagione» , sottolinea il tecnico. E vorrebbe gridarlo anche a chi lo ha criticato dopo il 4- 1: «Bastava sfruttare quella palla- gol, segnare il 2- 1 e i giudizi sarebbero stati ben diversi. Mi avrebbero elogiato per aver sostituito Milinkovic con Anderson. La delusione è stata forte, è vero, ma nel calcio non bisogna mai guardare indietro. Ora c’è questo derby in cui noi ci giochiamo molto, contro una squadra che ha i nostri stessi punti anche se è stata costruita per vincere lo scudetto. Siamo pronti».
E manda in campo i fedelissimi, Inzaghi. Quelli di Salisburgo, chiamati al riscatto, a riaccendere la luce. Nella formazione provata a Formello, Luiz Felipe di nuovo titolare con de Vrij e Radu. Prova d’appello, si direbbe: «Al di là di chi va in campo, conta lo spirito. So che i miei sapranno rialzarsi, giocheranno una grande partita» . Due sole novità rispetto a giovedì: Marusic al posto di Basta, e si sapeva, poi Anderson al posto di Luis Alberto come spalla di Immobile, ed è una sorpresa. «Sono molto contento di Felipe: dopo l’infortunio non aveva capito il suo ruolo nella squadra, ora invece sa di essere una risorsa importante e ha un atteggiamento positivo. Sono convinto che sarà la nostra arma in più in questo finale di stagione» . Contro Dzeko e gli altri, preoccupa la difesa che incassa troppi gol: «Vietato commettere errori. Stanchezza? Se e quando si farà sentire ( la Roma ha avuto due giorni in più per recuperare dalle fatiche di Coppa, ndr), ci aiuteranno i nostri tifosi» . L’obiettivo, si è capito, va oltre lo spareggio Champions: essere più forti del destino.