Ma non è finita ad Anfield. Non ancora. È stato a lungo un massacro, un inferno, un’angoscia senza fine. Roma letteralmente in balìa di Salah, un indemoniato che ha segnato due gol, servito due assist e che nessuno è riuscito neanche a vedere, altro che fermare. Un mostro. E Firmino incantevole quasi quanto l’ex giallorosso. Poteva chiudersi qui la semifinale, senza che il ritorno avesse più senso, un k.o. tecnico umiliante. Ma la Roma, ecco l’unico merito di una serata sbagliata, a cominciare dalle scelte di Di Francesco, non s’è arresa. (...) Quello che più fa male è il modo in cui la Roma, improvvisamente, è crollata. Come se questa semifinale – comunque indimenticabile per emozioni e uno stadio unico – fosse cominciata soltanto al 28’. Prima ci si era illusi che Di Francesco avesse azzeccato ancora la strategia vincente. Aveva deciso di insistere sulla difesa a tre: un azzardo contro le tre punte scatenate del Liverpool. (...) Di sicuro la difesa a tre ha cominciato a mostrare tutte le sue inevitabili crepe, con Salah sempre diretto verso il povero Juan Jesus, un incubo, un uno contro uno dall’esito scritto appena l’egiziano riceveva palla. Con Fazio che doveva accentrarsi per dare una mano a Manolas distrutto da Firmino, lasciando l’altro satanasso Mané libero a sinistra. E soprattutto con troppi interpreti irriconoscibili (Strootman, Juan Jesus) o inadeguati (Ünder). (...) S’è scatenato Salah come spesso gli è successo in stagione: le cifre, due gol (1-0 e 2-0) e due assist (3-0 e 4-0), non possono spiegare tutto. Sembrava Messi al doppio della velocità. Kolarov non riusciva mai ad abbassarsi per proteggere Juan Jesus. Il centrocampo cadeva sotto il pressing di Milner e Wijnaldum (dentro subito per l’infortunato Oxlade-Chamberlain). E la Roma si spezzava in due tronconi che soltanto De Rossi nel primo tempo, e Nainggolan con discreta continuità, provavano a ricomporre. (...) Subito dopo il doppio cambio arriva il 5-0 di testa, di Firmino, ma è calcio d’angolo. La Roma in realtà si è finalmente sistemata in un molto più sensato 4-3-2-1. E poi, a dirla tutta, pecca un po’ di presunzione il bravissimo Klopp che ha trasformato una squadra buona in una macchina da gol: sul 5-0 pensa che sia finita, sostituisce Salah, e questa scelta «uccide» anche Firmino che non si ritrova più. Mentre la Roma, spinta dall’orgoglio, dalla freschezza di Perotti, dal movimento di Schick, non lascia più solo Dzeko: il bosniaco firma il 5-1 a modo suo, danzando in area, e poi Perotti mette dentro il rigore del 5-2 per mano in area di Milner. (...)
(gasport)