IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La «settimana perfetta», auspicata da Monchi nel pre-gara, svanisce sulla traversa di Dzeko, colpita in pieno recupero. Una Roma, inevitabilmente meno brillante rispetto a quella di martedì con il Barcellona, non va oltre lo 0-0 nel derby, rimanendo a secco per la seconda gara consecutiva in campionato. Terzo posto (in virtù dello scontro diretto) conservato e per una sera Di Francesco si accontenta: «Non era facile dopo l'impresa in Champions. In gare come questa, fatta di palle sporche, la risolvi solo segnando. Noi anche in 10 ci siamo allungati e questo non accade quando hai maggiore attenzione. Sarebbe servito il gol di Peres perché avrebbe cambiato l'atteggiamento e l'inerzia della gara. Non siamo stati bravi all'inizio, poi quando ho messo Nainggolan dietro le punte siamo cresciuti tanto. Non siamo riusciti ad essere puliti, la partita si giocava sul filo dell'episodio e quindi ogni occasione era determinante. Noi però, quelle che ci siamo costruite, non le abbiamo sfruttate. Siamo abbonati a pali e traverse, e questo fa la differenza». Oltre la sfortuna, lo ha già fatto capire, c'è di più. Eusebio non si nasconde. E ammette come qualcosa non abbia funzionato rispetto al 3-0 contro il Barcellona. A partire dalla prestazione dei due trequartisti, Nainggolan e Schick, fondamentali nel pressing contro i catalani martedì sera: «Stavolta invece non si sono mossi bene. Schick si attaccava troppo a Dzeko e ci andavamo a consegnare. Con il modulo a tre ci si può difendere meglio ma chi si muoveva davanti non l'ha fatto nel modo giusto e non ha dato soluzioni». Meglio con l'ingresso di Under: «Ho cambiato per lavorare in ampiezza, potevamo farlo meglio visto che negli ultimi 10 minuti loro giocavano con un uomo in meno. Dovevamo alzare i terzini e andare al cross, abbiamo creato azioni ma dobbiamo migliorare».
DIMENTICARE MESSI - A conti fatti, gli è piaciuto anche l'approccio di El Shaarawy, buttato nella mischia dopo l'espulsione di Radu: «È stato bravo ma mi era piaciuto tantissimo anche in Champions». L'analisi scivola su Dzeko. Anonimo per 90 minuti e poi ad un passo dal gol per due volte nel recupero: «Poteva essere più lucido, ma è sempre pericoloso. Se riposerà col Genoa? Vediamo... Quando abbiamo avuto la capacità di avere soluzioni esterne potevamo liberare la giocata di Edin, come è accaduto alla fine. Dovevamo farlo con maggiore intensità, ma bisogna dare merito alla Lazio, anche se sono della Roma. E' stata una partita equilibrata contro una squadra di grande fisicità. Alla fine, ripensandoci, forse non potevo chiedere di più, c'era poca lucidità nelle scelte. Dobbiamo ritrovarla anche cambiando sistema, andando dietro alla partita. E per una sera siamo stati più dietro a loro dal punto di vista del gioco». Al netto dell'impresa contro Messi («che ora dobbiamo metterci alle spalle e non ricordare continuamente», chiede Eusebio) in campionato la Roma è reduce da due punti nelle ultime tre gare. Mercoledì col Genoa, serve assolutamente vincere, sperando di approfittare di un turno infrasettimanale che per la Lazio, in trasferta a Firenze, almeno sulla carta dovrebbe essere più complicato: «Dobbiamo tornare alla vittoria ma sarò costretto a cambiare qualcosa». Il riferimento è all'infortunio di Manolas: «Kostas aveva preso una botta già nel primo tempo. Ha giocato con la febbre, come Florenzi. Vediamo come starà nelle prossime ore. Col Genoa dovrò comunque effettuare dei cambi per dare freschezza alla squadra dalla quale voglio lo stesso atteggiamento». Magari con un po' di qualità in più.