IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Di Francesco imita Guardiola, nel risultato e nel sistema di gioco, proprio al San Paolo: la Roma, come il City lo scorso 1° novembre in Champions, umilia 4 a 2 il Napoli che, pur restando al comando della classifica, sa di poter subire il sorpasso dalla Juve, pronta a sfruttare il 14 marzo il recupero contro l’Atalanta. I giallorossi, invece, si riprendono il 3° posto, in attesa del derby di Milano, con la miglior esibizione del 2018.
SPIRITO DI GRUPPO - Priorità all’equilibrio, nella notte più delicata: Di Francesco lo ritrova schierando i migliori interpreti del momento. Rientrano, uno per reparto, i 3 senatori Florenzi, De Rossi e Dzeko per dare un senso al 4-3-3 riproposto già domenica scorsa contro il Milan. Ma è il comportamento a incidere sulla prestazione. Salgono l’attenzione e la collaborazione. Il sacrificio degli esterni Under e Perotti rappresenta la sintesi della prestazione finalmente di squadra. Quella che serve per l’esame dei giallorossi contro la capolista in volo che, 10 successi di fila in campionato, inizia la gara senza Hamsik. I partenopei, nella pancia del San Paolo prendono atto della vittoria della Juve contro la Lazio all’Olimpico. E il gol di Dybala nel recupero psicologicamente non li aiuta nell’interpretazione della gara. Il Napoli, riproponendo il solito copione, sceglie la corsia di sinistra per prendere velocità nel match. E per sbloccare subito il risultato: apertura elegante di Zielinski e tracciante a rimorchio dell’ex Rui per Insigne che usa il compasso per battere Alisson sul palo scoperto. La Roma, però, è viva. Prima di andar sotto ha la palla del vantaggio, colpo di testa alto di Perotti che spreca davanti a Reina il cross di Nainggolan, protagonista assoluto fino all’intervallo. In pochi secondi, dopo il timbro di Insigne, arriva la replica di Under, al 5° gol in 5 partite (e a digiuno solo contro il Milan). Strootman, concentrato e lucido, intercetta la verticalizzazione di Koulibaly e appoggia veloce per Nainggolan che lancia Under: pallonetto in corsa che, sporcato da Rui, taglia fuori Reina.
COMPATTEZZA RITROVATA - La traccia di Di Francesco, umile e ordinata, è efficace. Il baricentro è basso, in fase difensiva, ma le linee sono strettissime. E quella arretrata si alza e si abbassa. Solo Dzeko resta all’altezza del centrocampo, pivot prezioso di un assetto che nella prudenza si avvicina al 4-5-1. O semplicemente al 4-1-4-1 appunto del City, dipende solo dalla posizione di De Rossi che guarda spesso da vicino Mertens. L’atteggiamento disciplinato premia ogni ripartenza giallorossa. E proprio sul lato in cui i partenopei si sentono padroni della situazione. Lì affonda Nainggolan e lo stesso Florenzi che, approfittando del movimento di Under, calibra il cross per Dzeko che, saltando più in alto di Albiol, firma di testa il sorpasso. In precedenza la paratona di Alisson su Insigne e il salvataggio di Manolas su Zielinski.
TRAPPOLA EFFICACE - Alisson non permette a Insigne di concedere il bis. Callejon, da calcio d’angolo, colpisce il palo. Sarri fa entrare Hamsik per Zielinski E Di Francesco risponde con Gerson per Under. La Roma è devastante quando si distende in avanti. Dzeko, sinistro a giro dal limite, festeggia un’altra doppietta dopo quella del torneo passato (l’ultima a Stamford Bridge il 18 ottobre contro il Chelsea). Rientra Milik, fuori Jorginho, per il 4-2-4. Ma Perotti, prima di lasciare il posto a Pellegrini, cala il poker. Mai incassato dal Napoli in campionato con questo tecnico. Nel recupero l’inutile rete di Mertens.