IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La Roma è tornata. In 7 giorni dal 5° posto al 3°, sorpassando la Lazio e l'Inter. Sarà il ritorno della Champions o, più banalmente, quello del turnover, ma l'esibizione alla Dacia Arena dovrebbe aver cancellato ogni perplessità. E non fa niente che per battere l'Udinese, 2 a 0, abbia aspettato la metà della ripresa, aggrappandosi al momento chic di Under, 4° gol in 3 gare, e chiudendo la pratica solo qualche secondo prima del recupero con Perotti. La differenza è nell'atteggiamento di squadra, sempre propositivo e quindi nuovamente efficace. Il 4-2-3-1, scelto il 4 febbraio al Bentegodi contro il Verona, è servito per la svolta. Guarda caso, con questo sistema di gioco, sono arrivate 3 vittorie di fila, preziose per la classifica e per il futuro. E l'assetto convince anche perché abbastanza compatto: 14° clean sheet della stagione (11° in campionato).
AVANTI TUTTA - Di Francesco, dunque, si tiene stretta la zona Champions con il 7° successo esterno di questo torneo. Ma soprattutto prende atto del risveglio del gruppo. Che, dopo due mesi e mezzo, è stato capace di mostrare la qualità nel gioco e contemporaneamente la continuità nella prestazione. L'ultima volta ci riuscì al Franchi, il 5 novembre, superando 4 a 2 la Fiorentina. Quel giorno pagò qualche distrazione. Collettiva e non esclusivamente difensiva. A Udine, invece, con Alisson straordinario più con i piedi che con le mani, regista aggiunto dietro la linea a quattro, ha avuto sempre il controllo del match.
A SENSO UNICO - La Roma, ritrovando lo spirito delle giornate migliori, ha insomma fatto la partita. Il 4-2-3-1 è stato subito dinamico e coinvolgente, anche se si è allungato eccessivamente perché Under è spesso in ritardo quando dovrebbe rientrare. Come fa, invece, El Shaarawy che però sconta poi il sacrificio, perdendo la lucidità davanti a Bizzarri. Nainggolan, dopo la partenza lenta, si accende e spinge i compagni all'assalto. De Rossi è il più statico dei centrocampisti, ma non c'è da stupirsi: torna da titolare dopo un mese e mezzo e preferisce non forzare. Gioca di prima e partecipa con precisione al possesso palla. Pellegrini, pur mostrando la solita aggressività, dà l'impressione di essere frenetico, dando la priorità alla corsa e non alla qualità. Il reparto, completamente diverso da quello schierato per l'emergenza contro il Benevento, funziona. L'Udinese, prudente con il collaudato 3-5-1-1, ha l'unica chance sul retro passaggio lento di Jesus, ma Alisson di piede anticipa Perica. Under, invece, chiede il rigore per il colpo di mano di Adnan: Di Bello, interpellato il Var, non lo accontenta. Dalla metà del primo tempo, comunque, l'iniziativa è solo giallorossa. Under inizia il tiro al bersaglio, ma il più pericoloso è El Shaarawy che spreca 3 occasioni senza però inquadrare mai la porta. Dzeko lavora, invece, per gli altri più che per se stesso. E lo farà fino in fondo. Alisson è bravo ancora contro Perica. Ma Oddo, inserendo Jankto per Behrami, certifica la sua sconfitta nel derby tra allenatori abruzzesi. Anche perché Di Francesco inserisce Perotti per El Sharaawy e, dopo qualche secondo con la palla riconquistata da Pellegrini e l'apertura svelta di De Rossi, va a dama: sinistro improvviso di Under per il vantaggio. Adesso la rotazione, guardando al match d'andata contro lo Shakhtar Donetsk (mercoledì sera a Kharkiv), può proseguire in corsa: fuori De Rossi e a seguire Under, dentro Strootman e nel finale Defrel che partecipa all'azione del bis di Perotti che, invitato al tiro da Nainggolan, fa centro dopo 3 mesi. Quelli che sono passati dall'ultimo tris in campionato.
La Roma di Under sale sul podio
18/02/2018 alle 14:06.