Da Claudio Lotito a Gabriella Alemanno, sorella dell’ex sindaco di Roma. Passando per politici, imprenditori e funzionari. Il telefono di Alessandro Migliaccio, direttore Regionale di Equitalia nel Lazio, ha squillato per settimane tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, risultando sempre libero quando a chiamare era il potente di turno o l’amico dell’amico. (..) Il più loquace con il dirigente non avrebbe potuto che essere Claudio Lotito, il presidente della Lazio, società – ricordano i finanzieri - nel 2013 gravata da un debito di 100milioni di euro con rateizzazione cinquantennale e rate annuali. Migliaccio riceve tre persone indicate dal presidente rispetto alle quali l’imputato manifesta a Lotito il carattere superfluo di ulteriori garanzie perché dice «sempre senza garanzia da noi, non vi preoccupate, se poi è una persona sua ci mancherebbe altro, ce l’abbiamo noi la garanzia». Il 25 dicembre del 2013 il presidente – non indagato nell’inchiesta - chiama Migliaccio per dirgli che «tu mi sei nel cuore. Ho apprezzato ieri (…) il pensiero». E Migliaccio risponde: «E’ un pensierino, niente di che, lei pure è una persona eccezionale». L’11 febbraio del 2014 Lotito telefona a Migliaccio per spiegare «che il 28 è il termine ultimo, ma voi che mi togliete?». E il funzionario: «Gli interessi di mora che sono quelli nostri, e poi gli interessi di ritardata iscrizione al ruolo». (..)
(corsera)