Di Francesco ammette: "Siamo involuti e disuniti"

07/01/2018 alle 16:14.
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IL TEMPO (F. SCHITO) - Non ci sono davvero più alibi. La Roma crolla sotto i colpi dell’Atalanta di Gasperini e dimentica cosa vuol dire vincere. Dopo un dicembre nero, gennaio inizia, se possibile, ancora peggio. La sconfitta di ieri fa precipitare i giallorossi in un baratro da cui la squadra si dovrà tirar fuori dopo la sosta, anche se la strada non sembra ancora visibile. Se l’avvio di stagione dell’undici guidato da aveva convinto tutti, ora le carte in tavola sembrano essersi ribaltate. L’ultima vittoria convincente dei giallorossi in campionato è stata quella nel derby contro la Lazio, seguita da quella ancor più importante in contro il Qarabag, mentre il campionato la trasferta di Marassi ha segnato l’inizio della fine. In quel caso fu il giocatore da gettare al rogo delle polemiche, quindi a far discutere è stato , reo, dopo il «Capodannogate», di aver complicato e non poco le scelte di . Proprio l’allenatore ha ammesso giorni fa di vivere il peggior momento da quando è arrivato alla guida della squadra giallorossa. Convincono poco le statistiche proposte nella conferenza stampa pre Atalanta, per il momento parlano i risultati. La Roma non ha più la miglior difesa del campionato – 14 i gol incassati, con una partita in meno rispetto alle altre, 13 quelli subiti dal – e nelle ultime sette partite di campionato ha raccolto la miseria di 9 punti, collezionando appena 2 vittorie, altrettante sconfitte e 3 pareggi. Lo smarrimento che connota il momento romanista coinvolge sia la squadra sia il tecnico: non ha più soluzioni.

Ieri, il canovaccio è stato lo stesso visto contro il Chievo a Verona e contro il Torino in Coppa Italia: con la Roma costretta a segnare saltano tutti i dogmi tattici con tanti attaccanti in campo, poche idee e il destino dei match nei piedi più del talento dei singoli rispetto al «pensiero di gioco» a cui tanto tiene il tecnico pescarese. «Siamo in involuzione – le parole dell’allenatore – per quello che abbiamo dimostrato specialmente dopo il gol dell’Atalanta. Sembrava una squadra disunita e anche un po’ intimorita. Siamo mancati anche in personalità e nel desiderio di giocare la palla. Adesso bisogna stare solo zitti e continuare a lavorare e andare a riprendere specialmente l’aspetto mentale. Io sono l’allenatore – fa mea culpa il tecnico – e il primo responsabile, devo ritrovare la squadra che prima di un mese fa ci ha dato grande soddisfazione». Per ritrovarla dovrà attendere il 15 gennaio: da ieri sera rompete le righe e appuntamento con l’obbligo di rientrare il 14 nella capitale. Per il 15 è prevista una doppia seduta. Dopo quanto accaduto a Capodanno, il primo pensiero a eventuali regole durante queste vacanze: «Regole? Mi viene da ridere…», il commento amaro del tecnico.

Duro anche il pensiero del ds Monchi: «È difficile trovare una sola causa, sono tante le cose che non vanno bene. Dobbiamo fare un’analisi interna, cercare il problema e trovare una soluzione. Siamo professionisti, dobbiamo assumerci tutti le proprie responsabilità, io in primis che sono il responsabile sportivo della società». Il più nero di tutti è che punta soprattutto l’indice verso se stesso: «La partita è stata una vergogna, soprattutto nel primo tempo. Penso sia una cosa mentale, manca la fiducia e prendere le responsabilità. Dobbiamo lavorare bene – le parole dell’olandese – per tornare al nostro livello. Forse abbiamo mollato mentalmente. Si deve fare di più, a partire da me. Non ho mai fatto una partita del genere nei quattro anni qua».