IL MESSAGGERO (B. SACCA') - Prosegue sereno il viaggio del nostro pallone verso il paese dell'incertezza. Ieri pomeriggio, tanto per continuare a specchiarsi nel lago dell'eterno presente, la Figc ha autorizzato la proroga del commissariamento della Lega di Serie A in capo a Carlo Tavecchio, il presidente dimissionario della Federcalcio. È la seconda proroga. Un successone. C'è da dire che il documento è stato approvato da tutte le componenti presenti nel Consiglio, a eccezione dei tre rappresentanti dell'Associazione dei calciatori: cioè Damiano Tommasi, Umberto Calcagno e Sara Gama, che con una certa coerenza hanno scelto di astenersi e di partecipare in video conferenza, a sottolineare in fondo il distacco fisico e politico. Così Tavecchio rimarrà il sovrano assoluto del calcio italiano fino al 29 gennaio, ovvero fino alla data delle elezioni della Figc. E forse non è poi del tutto folle ipotizzare che possa essere proprio lui il prossimo numero uno della Lega. Dopotutto sarebbe l'esito logico di una lunga transizione circolare: quindi perfetta giusto per sentirsi più buoni. «Ci lascia perplessi la richiesta di una proroga ulteriore», ha scandito Tommasi all'agenzia all'Adnkronos. Per la verità anche il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, si augurava un cambiamento più rapido al vertice. Umiliante, d'altronde, resta la macchia della mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali. Comunque, per essere sicuri di non sbagliare, in Figc hanno chiesto anche un parere sulla legittimità della proroga alla professoressa Luisa Torchia, ex consigliere del presidente del Consiglio, Romano Prodi.
LO SCENARIO - Insomma l'atto varato ieri rappresenta, almeno sul piano formale, un atto dovuto. D'altra parte è anche evidente che, pure a prezzo di ridurre la complessità delle norme alla facilità di una frase, l'impressione di un immobilismo mostruoso sovrasta l'intero panorama. Resta un poco in ombra il Coni. Senza pesare troppo le parole, va ricordato che il presidente Giovanni Malagò spera da tempo di commissariare la Figc. Il cuore del problema però è semplice: il Coni non può commissariare una federazione che sia in ordinaria amministrazione. Tanto è vero che lo stesso Malagò, lo scorso 22 novembre, aveva annunciato che se entro l'11 dicembre, al chiudersi della prima proroga, non si fossero rinnovate le cariche federali, la giunta del Coni sarebbe stata riconvocata e avrebbe potuto procedere: altrimenti la Figc sarebbe scivolata in amministrazione straordinaria. Tuttavia la proroga del commissario di ieri è stata etichettata dalla Figc come un atto ordinario, dunque al riparo da possibili ricorsi. Molto difficilmente, così, domani il Coni percorrerà la strada del commissariamento. In ogni caso le candidature alla presidenza dovranno essere presentate entro il 14 gennaio. A correre potrebbero ritrovarsi Cosimo Sibilia, Gravina o Tommasi. Ma ogni cosa è ancora in bilico e in divenire. Per cautelarsi, intanto, il nostro calcio ha scelto di rannicchiarsi nelle mani di Tavecchio. Ancora per un po', il tempo delle Feste. Che altro potrà mai succedere ancora?
Lega di A, Tavecchio resta commissario
10/12/2017 alle 14:39.