IL TEMPO (E. MENGHI) - Roma all’assalto del Qarabag. Di Francesco non aspetta che l’aria natalizia porti il Chelsea a regalargli la qualificazione battendo a casa sua l’Atletico Madrid e preferisce calciare il rigore decisivo all’Olimpico, stasera alle 20.45, quando gli azeri già eliminati dalla Champions proveranno a dimostrare, a detta del loro allenatore Gurbanov, «di non essere arrivati fin qui per caso». Giocheranno per l’onore ed Eusebio sa che non si può permettere di prendere i prossimi 90 minuti sotto gamba, perché la vittoria è l’unico risultato che gli dà la certezza degli ottavi, oltre alla possibilità di mettere in cassa 15 milioni di euro: «Il destino passa dalle nostre mani e dalla nostra forza, poi vedremo quello che sarà. Vogliamo qualificarci agli ottavi e per farlo dobbiamo ottenere i tre punti in palio». Idee chiare anche su come farlo: «Dobbiamo andare ad aggredire l’avversario dall’inizio, cercheremo di non far respirare il Qarabag, che non è quello che abbiamo visto nella prima partita a Londra. Ma sappiamo che se giochiamo al massimo possiamo prevalere, voglio una squadra che parta determinata, così i rischi saranno inferiori». La sfida dell’andata è stata d’insegnamento per i giallorossi, che nel frattempo hanno acquisito certezze e consolidato il gioco: «La Roma è cambiata tanto da Baku, quella vittoria così sottovalutata all’inizio ci ha dato consapevolezza». Arrivare agli ottavi «darebbe forza al lavoro che stiamo facendo, ma aspettiamo e godiamoci questo passaggio, se dovesse essere. Io sono sempre stato ottimista, e lo sarò sempre, oggi e nel futuro». Lo era anche quando tutti sembravano remargli contro: «La difficoltà più grande è stata entrare nella testa dei giocatori. Credo in quello che stiamo facendo, ci credono anche loro: si può vincere o perdere una partita, ma bisogna avere la capacità di trattarle nello stesso modo. Siamo a buon punto». La costruzione della mentalità passa dall’appuntamento di stasera, davanti a più di 30 mila spettatori, tutti convocati da Di Francesco per cantare insieme: «Lo faccio sempre, prima e dopo la gara, stavolta posso farlo sotto la curva». Mentre ripete i ritornelli a memoria, riflette sulla formazione migliore, che dovrebbe vedere El Shaarawy, Dzeko e Perotti nel tridente. Schick per una maglia dal 1’ dovrebbe aspettare il Chievo e accontentarsi stasera della prima panchina in Champions. Centrocampo tipo con Nainggolan, De Rossi e Strootman, dietro Florenzi (Peres è squalificato), Manolas-Fazio in mezzo e Kolarova sinistra. Il serbo è uscito affaticato dal match con la Spal, ma ieri è tornato in gruppo dopo un riscaldamento differenziato e ha fatto da jolly nella partitella: stringerà i denti. Jesus si tiene pronto. Di Francesco, sempre attento ai dettagli, nella rifinitura ha richiamato l’attenzione sul campo, poco bagnato per i suoi gusti. Guai a scivolare oggi all’Olimpico, piuttosto. Poi si potrà riaprire il capitolo scudetto: «Sceglierei l’Inter per la lotta al titolo».