IL MESSAGGERO (M. TENERANI) - Teme Perotti, considera Di Francesco un grande allenatore, stima Allison, ma è pronto a mettere le manone a protezione della porta viola. Marco Sportiello è deciso: «Dobbiamo dimenticare Crotone, sappiamo che partiamo sfavoriti, ma siamo in grado di fare il nostro gioco, soprattutto davanti alla nostra gente». Fiorentina-Roma è cominciata.
Marco, che sensazione si prova ad affrontare una Roma che ha appena asfaltato il Chelsea?
«I giallorossi stanno bene, sono forti, hanno un gioco ben organizzato, ma non rappresentano una sorpresa. Avrei fatto gli stessi ragionamenti se avessero perso 0-3…».
Visti così paiono imbattibili.
«Sono favoriti, ma noi giochiamo in casa e dovremo scrollarci di dosso la brutta prova di Crotone. Avremo più motivazioni di loro».
Già, a Crotone che è successo?
«È un campo veramente difficile, anche l’Inter ha faticato molto lì. Abbiamo avuto una sorta di corto circuito iniziale e così abbiamo compromesso la gara».
Siete troppo giovani?
«Può darsi, ma resto convinto che abbiamo le qualità per fare molto meglio anche se intorno a noi si respira un clima di negatività. Prendiamo la Roma: ha grandi individualità. Penso a De Rossi, Perotti, Dzeko, El Shaarawy, ma noi possiamo metterli in difficoltà».
Il duello con Allison?
«Portiere completo, con ancora margini di miglioramento».
De Rossi, Nainggolan e Strootman formano il centrocampo più forte del campionato?
«Una grandissima mediana, ma io non farei a cambio con i miei Benassi, Badelj e Veretout».
La Roma è da scudetto?
«Non lo so ancora perché la Juve è sempre la Juve… Il Napoli sta facendo grandi cose, ma è presto. Io aspetterei marzo».
E l’Inter di Spalletti?
«Sono certo che l’Inter andrà in Champions».
La Roma in 10 gare ha subito solo 5 gol. Un bunker?
«Sarebbe un errore giudicare la squadra giallorossa solo per la difesa. La verità è che è un gruppo completo, basta vedere come si copre sul campo. Di Francesco è un grande tecnico, ma si sapeva quanto fosse capace».
Chi teme di più della Roma?
«Se devo sceglierne uno, dico Perotti: ha i colpi da fenomeno. Amo la sua freddezza dal dischetto. E quando tira ti prende sempre il tempo, è imprevedibile».
Firenze per lei è un punto d’arrivo?
«Sì perché Firenze e la Fiorentina rappresentano un valore».
La Nazionale è l’obiettivo?
«Non ho perso le speranze».
Impossibile parlare d’Europa con la Fiorentina?
«Non so dove potremo arrivare: al momento siamo settimi e ci sono 5-6 formazioni in 2 punti. Non me la sento di indicare l’Europa o altre posizioni: si lavora e basta».
Chiesa è il miglior giovane?
«Sì, lo è: quando parte palla al piede non lo fermi. Ha grande cattiveria agonistica, la riconosci per come si prepara al tiro perché vuole spaccare la porta».
Pioli che tipo di tecnico è?
«Prima di essere allenatore è necessario essere uomini: ecco Pioli è tutto questo, quindi è già all’80 per cento della sua missione. Mi trovo a meraviglia con lui».
Chiudiamo con Anna Frank: il calcio ha perso un’altra occasione…
«Il problema di alcune frange estreme del tifo non credo sia tanto il razzismo, quando una profonda ignoranza, insomma una non conoscenza della storia. Io fin dal liceo ho seguito questa triste pagina, visto film: mi sono sempre interessato».