La giornata di Schick a Trigoria ieri è girata tutta intorno alla presentazione. «Sto bene e sono pronto per giocare subito – ha detto l’attaccante ceco –. Quello con la Chapecoense sarà il mio primo match con questa maglia, non vedo l’ora di scendere in campo». Anche perché lui (insieme proprio a Florenzi e Karsdorp, che torneranno in campo contro i brasiliani) sarà l’attrazione principale della serata, l’uomo intorno al quale saranno accese un po’ tutte le luci dell’Olimpico. Perché con lui la Roma sogna davvero di arrivare in alto, il più in alto possibile. Anche se quando gli nominano la parola scudetto, lui se ne va via con un dribbling mediatico degno delle sue migliori giocate: «La Roma viene da un secondo posto e sono arrivati diversi nuovi calciatori. È una squadra con grandi ambizioni, speriamo di fare una grande stagione». Un buon manifesto elettorale, verrebbe da dire. Che, però, non prevede la parola scudetto. Accuratamente evitata. Come quando gli viene chiesto della Juventus e del tormentone dell’estate: «Quello che è successo con la Juve oramai è il passato. Il calcio è così, ma oggi sono contento di essere qui. Per me non c’è differenza tra Roma e Juventus, sono due grandi squadre con ambizioni importanti. In più ho sempre nutrito simpatia per i colori giallorossi». Inevitabile la domanda sull'sms di Totti: «È vero, Francesco mi ha mandato dei messaggi, ma il contenuto resta segreto. La maglia numero dieci? Dico solo che Totti è unico e nessuno sarà come lui. Io sono Schick (e ride, ndr)».
(gasport)