IL MESSAGGERO - La Roma in casa del Siviglia per il trofeo Puerta cade per la prima volta in stagione nei tempi regolamentari (2-1), dimostrando di aver ancora tanto bisogno di lavorare. La manovra è apparsa poco fluida, specie nella fase offensiva, e – ancora una volta – sono emersi difetti nella fase difensiva, con Alisson non esente da colpe su entrambe le reti dei padroni di casa. Ricapitolando, dalla Roma ci si aspettava qualcosa di più, con alcuni nodi tattici ancora da sciogliere. Specie a centrocampo, reparto in cui Nainggolan, ad esempio, deve trovare la giusta dimensione. Qualche indicazione positiva c’è stata, ma la squadra non è ancora almeglio della condizione.
PIEDI INVERTITI – Di Francesco in avvio si è affidato al suo abituale 4-3-3, con la linea di difesa formata, da destra a sinistra, da Bruno Peres, Manolas, Moreno e Kolarov. DeRossi perno del centrocampo a tre, con Strootman sulla destra e Nainggolan a sinistra (piedi invertiti per le due mezzali), quindi Defrel e Perotti esterni ai fianchi di Dzeko. Una Roma dall’atteggiamento molto compatto, coperta dietro e pronta, all’occasione, a ripartire in avanti. Difesa alta, buona gestione della fase di non possesso ma qualche impaccio di troppo con la palla tra i piedi. Tra i meno precisi, e un pochino fuori contesto, Nainggolan, spostato sulla sinistra. Il belga ha faticato moltissimo a trovare la giusta posizione e i tempi per la giocata, finendo così per manovrare molto spesso la palla all’indietro. I due esterni d’attacco si sono sacrificati tanto nella fase di non possesso, stesso discorso per Dzeko, costretto per esigenze tattiche, ad inseguire sempre il primo portatore di palla del Siviglia. A destra, Bruno Peres ha provato più volte a sprintare (molto calato nel finale, però), dando copertura, meno arrembante dall’altra parte Kolarov. In fase di conoscenza e studio la coppia Manolas-Moreno. E’ stata necessaria più una mezzora abbondante per vedere la Roma più spigliata verso la porta di SergioRico. Poco brillante, questo è certo, la squadra di Di Francesco e, spesso, troppo attenta a proporre in campo quanto studiato in allenamento. Un paio di volate di Perotti, una punizione dal limite di Kolarov destinata al sette con tuffo vincente del portiere di casa, bravo poi a bloccare un sinistro in diagonale di Strootman. Roma addirittura sprecona quando si è trovata a tu per tu con Sergio Rico, ma nessuno tra Dzeko, Defrel e Perotti ha avuto l’idea di calciare quasi a botta sicura. Dall’altra parte, una parata i due tempi di Alisson su Montoya e, proprio in avvio, un pallonetto morbido di Correa, scattato al di là del muro romanista, bloccato non senza affanno dal portiere brasiliano.
UNO-DUE…E TRE – Apertura di ripresa senza cambi in casa Roma e palo di Defrel con un sinistro basso dal limite. Dzeko, sfiancato dalla corsa, non riesce a sfruttare un invito delizioso di De Rossi a due passi dalla linea bianca. Dopo un’ora abbondante, i primi cambi di Di Francesco. E gol dei padroni di casa con Escudero, dopo un taglio nel cuore della difesa della Roma e Alisson poco reattivo sul primo palo. E poi raddoppio di Nolito, con un altro errore del portiere brasiliano ancora sul primo palo. Allo scadere la rete di Dzeko, con un destro largo sul palo lontano.