IL TEMPO (E. MENGHI) - Le ultime (forse) parole di Spalletti sull'addio alla Roma sono arrivate ieri dalla Pinetina, dove nel presentarsi come nuovo tecnico dell'Inter ha voluto raccontare la sua verità sul perché ha scelto di fare le valigie: «Ero diventato quello che divideva anziché unire. Eravamo dentro questo dubbio epocale, il problema del futuro e della gestione di un mito come Totti. Si è verificata una contrapposizione per cui l' amore per il calciatore che ha fatto la storia del club ha prevalso sul sostegno per la squadra. Se non riesco a mettere d'accordo queste due cose, che dovevano andare di pari passo per spingere più in là il nostro obiettivo, vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro. Ero in difficoltà perché ho sentito i rumors della gente: se vivi a Roma li senti quando vai a prendere il caffè la mattina, anche ai semafori. Molti erano a mio favore, altri no, ma proprio perché c’era una linea di demarcazione me ne sono andato. Il mio lavoro doveva unire tutti verso lo stesso lato. Non ci sono riuscito e mi sono fatto da parte».
Totti da di nuovo il titolo al suo discorso, che poi si proietta al futuro, da avversario della Roma: «I miei ex calciatori li conosco bene, e li ho amati tutti. Contro di noi avranno una reazione: sono giocatori di qualità, evidenziavano appartenenza. La Roma ci farà sudare la partita al cubo. Gente come Manolas, Rüdiger, Strootman, Nainggolan sa qual è l’obiettivo da portare a casa. Conoscono una sola felicità: fare risultato con la loro squadra. Mi sono dimenticato di Dzeko, che va citato perché è stato capocannoniere: un anno prima era da evitare, poi ha portato al secondo posto la Roma». Spalletti racconta i primi contatti con l'Inter, che si era mossa prima della certezza dell'accesso diretto in Champions League: «Stava per finire il campionato, io avevo detto a Pallotta che sarei andato via e comunque abbiamo fatto risultato. L'Inter è la cosa più bella che mi potesse capitare e non me ne frega niente se non ero la prima scelta. Spero che senza di me la Roma torni unita».