IL TEMPO (A. SERAFINI) - Ad azione corrisponde reazione, un processo inevitabile che sta lentamente coinvolgendo anche i primi passi del mercato romanista. In vista degli obblighi di bilancio da rispettare in vista della chiusura del bilancio del prossimo 30 giugno, la dirigenza giallorossa (che lascerà Boston nel pomeriggio di lunedì) valuta la possibilità di una cessione eccellente studiando nel frattempo le alternative in grado di mantenere invariata la competitività della rosa. La luce dei riflettori continua a puntare dritta su Salah, obiettivo primario della campagna acquisti del Liverpool, che da settimane ha inviato al ragazzo una proposta superiore ai 4 milioni di euro netti a stagione. L’esterno egiziano ha già dato disponibilità al trasferimento inattesa che il club inglese formuli un’offerta in linea con le richieste giallorosse. L’agente del giocatore Ramy Abbas (presente ieri a Cardiff per seguire il connazionale Cuadrado) ha confermato la volontà del Liverpool di aumentare ulteriormente l’offerta da 34 milioni presentata sul tavolo di Trigoria (45 la richiesta romanista). Per coprire il vuoto eventuale di Salah, Monchi lavora da tempo su diverse soluzioni: all’interno della lista dei profili preferiti è spuntato anche il nome di Berardi, che proprio in questi giorni sta respirando l’aria di Trigoria, sede del ritiro di preparazione della Nazionale Under 21. Finora sono stati registrati soltanto sondaggi esplorativi, anche se la volontà del giocatore è rivolta principalmente alla possibilità di raggiungere la prossima meta dell’amato Di Francesco, al momento unico candidato tra i successori del dopo Spalletti (raggiunto ieri l’accordo che lo legherà all’Inter per i prossimi 2 anni). L’attaccante, 25 milioni di valutazione e qualche dubbio legato ai tanti infortuni subiti negli ultimi tempi, seguirebbe ad occhi chiusi l’allenatore pescarese, finito però nel braccio di ferro tra Roma e Sassuolo, disposto a lasciare libero il proprio tecnico soltanto di fronte al pagamento della clausola rescissoria da 3 milioni. Almeno ascoltando l’ad neroverde Carnevali: «Su Di Francesco non è cambiato nulla, ha una situazione contrattuale chiara. C’è una clausola e dobbiamo ancora risolverla – ha ribadito ieri a Radio Radio – quindi se ci riusciamo è un bene per lui che può andare ad allenare da un’altra parte. Se non ci riusciamo resta con noi. Contropartite tecniche? Lo escludo».
Una posizione netta che la dirigenza romanista (poco incline alla risoluzione economica della questione) non si aspettava di dover affrontare almeno fino a qualche giorno fa, nonostante la convinzione di poter mantenere i canali aperti con il presidente Squinzi (anche per una trattativa che coinvolga scambio di giocatori) con cui probabilmente si fisserà un appuntamento appena si concluderà la tappa di lavoro a Boston con Pallotta. In agenda anche un appuntamento con l’entourage di Manolas per raggiungere un’intesa sul prolungamento sulla base di un quinquennale a 2,5milioni (più premi) netti a stagione. Praticamente lo stesso iter seguito per Strootman, che in fase di rinnovo ha ribadito l’intenzione di continuare l’avventura in giallorosso: la clausola superiore ai 40 milioni inserita all’interno del contratto tornerà quindi di attualità soltanto al termine del prossimo anno. Mentre Paredes valuta l’offerta dello Zenit, Szczesny saluta la capitale strizzando l’occhio alla Juventus: la discussa conferma di Wenger sta convincendo il portiere polacco a non rinnovare il contratto con l’Arsenal in scadenza a giugno 2018.