IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Perché poi ne basterebbero undici. Undici punti. La Roma finirebbe a 86, il Napoli, ammesso che ne faccia 12, concluderebbe il campionato sempre a 86, ma non gli basterebbero per via di quel gol di Strootman subito da Reina qui a Roma. Gol che ha rimesso in vantaggio i giallorossi negli scontri diretti. Quindi per stare tranquilli, in questo testa a testa conclusivo, alla Roma servirebbero 12 punti, ovvero quattro vittorie, perché così - sempre ammesso che il Napoli ne faccia altrettante - si manterrebbe l'attuale vantaggio di un punto. Decisivo per stabilire il secondo posto, senza ricorrere ai gol subiti negli scontri diretti (una vittoria per parte, 4 reti segnate dalla Roma, 3 dal Napoli). Il problema, tornando ai sufficienti undici punti, è che la Roma non li può fare: o ne fa tre, quattro, cinque, sei, sette, nove, e così' via fino a un massimo di dodici. Ma non undici. Quindi, dodici sono strasufficienti, undici è impossibile, dieci potrebbero non bastare. Perché, ragionando sempre sulle 4 vittorie del Napoli (anche se non è detto che le faccia), con dieci punti la Roma finirebbe a 85, la squadra di Sarri a 86. E fine dei giochi.
IL CALENDARIO Usando solo l'arma della teoria, si può dire che la formazione di Spalletti ha un calendario un po' più complicato e il momento per affrontarlo non è dei migliori. Il Napoli che gioca oggi con il Cagliari in casa viene dalla vittoria di San Siro con l'Inter, la Roma invece (domani) va a Milano con il Milan e arriva da una fase problematica, dovuta sì alla sconfitta nel derby, ma pure alle scorie ingoiate nel post, vedi le squalifiche di Strootman e Ruediger, più le non perfette condizioni fisiche di qualche titolare, il rimbombare della questione Totti. Davanti a Spalletti ci sarà Montella, romanista tradito o - per qualcuno - traditore, che vuole fare bella figura, pure lui non reduce da un momento brillantissimo. I 59 punti in classifica non lo fanno stare troppo tranquillo in vista di un piazzamento per il preliminare di Europa League. Lui, comunque, amico della Roma e di Totti, uno sgambetto ai giallorossi - soprattutto per il bene del suo Milan, sia chiaro - vorrebbe farlo. La vera Roma non avrebbe problemi, come non ce li ha avuti lo scorso anno contro il povero Milan di Brocchi, ma domani, a San Siro, che Roma vedremo? Quella vera? Questa è l'incognita principale. Perdere punti a San Siro potrebbe significare farsi scavalcare dal Napoli e poi, riacchiapparlo, non dipenderà più solo dai giallorossi, ma da un eventuale passo falso della squadra di Sarri, il quale proprio ieri si è detto molto «fiducioso per il raggiungimento del secondo posto», nelle successive tre partite. Il secondo posto è oro, si sa. E la Roma, per raggiungerlo, deve dimostrare di non essersi persa totalmente. Il successo dei giallorossi a San Siro farebbe calare un po' d'entusiasmo al Napoli, perché poi la Roma avrà la Juventus più o meno scudettata e più o meno in finale di Champions League, a solo tre giorni dall'ultimo atto della Coppa Italia contro la Lazio. Se non sarà quella l'occasione per prendere tre punti ai bianconeri, non capiamo quando potrà essercene una simile in futuro. Il secondo posto, dunque, si fa soprattutto domani. Dopo la Juventus, il calendario finalmente sorriderà alla Roma: chiusura contro il Chievo a Verona e in casa con il Genoa. Ricordiamo invece gli avversari del Napoli: Cagliari e Fiorentina in casa, Torino e Sampdoria fuori. Poi, faremo i conti. Per ora siamo alle teorie.