IL TEMPO (P. TORRI) - C’è chi tifa Totti. Moltissimi. C’è chi tifa Spalletti. Pochi. C’è chi tifa un passato che stava uccidendo la Roma. Pochi, comunque troppi. C’è chi tifa un’idea. Chi un’altra. Chi una radio, chi un’altra. Chi te l’avevo detto io. Ma c’è ancora qualcuno che tifa la Roma? La risposta dovrebbe essere tutti. Invece è nessuno, o quasi. È insopportabile quello che sta succedendo intorno a un nome come quello di Francesco Totti. Anzi, meglio dire intorno al tottismo. E se qualcuno non capisce la differenza, me ne faccio facilmente una ragione. È insopportabile al punto che mai avrei pensato di dover pensare con tristezza (eufemismo) al calciatore che più di ogni altro ha fatto la storia della Roma. Ma non posso farne a meno. Per una semplice questione di tempi. Entrare in scena è facile, Boskov ti chiama in panchina, tu hai poco più di sedici anni, vai in campo e sorridi alla vita. Molto più complesso è l’uscita dal palcoscenico quando ormai hai soffiato sulla torta con quaranta candeline. È una scelta che spetta a te. Bisogna capire quando è il momento, soprattutto se si è sempre indossata la stessa maglia, quella del cuore, quella per cui hai detto no a Real Madrid, Milan (quello vero), Juventus e chissà a quanti altri. Soprattutto quando, e non ho certo motivo di dubitarne, hai sempre dichiarato il tuo amore per quella maglia. Caro Francesco perché non ti tiri fuori da questo circo di nani e ballerine di ultima fila? Per farlo, basterebbe constatare come chi ha sempre parlato male di te, oggi fa il contrario con il solo scopo di creare un danno alla Roma. La tua Roma.
Perché, con il tuo silenzio, continui ad alimentare chiacchiere senza senso che hanno portato sull’orlo di una crisi di nervi un allenatore come Spalletti che, pure, per carità, i suoi errori li ha fatti? Per farlo sarebbe sufficiente ricordare come il tecnico sia stato insultato quando ti ha fatto giocare dieci minuti e ora, gli stessi personaggi, lo insultano perché non te li ha fatti giocare a San Siro per una passerella che sarebbe stata solo un insulto alla tua storia, al tuo talento, alla tua classe, ai tuoi numeri. Tu sei Totti, non hai bisogno di falsi difensori. Era un anno che si sapeva che questo sarebbe stato l’ultimo con la maglia della Roma. Non sarebbe stato meglio dire basta dodici mesi fa? Sarebbe stato perfetto proprio per quella questione di tempi a cui ho già fatto riferimento. Ora si è tutto imputridito. E neppure la società ha fatto qualcosa per evitarlo. Perché, per esempio, Pallotta and partners non hanno alzato la voce quando la signora Totti ha insultato il presidente e l’allenatore della tua Roma? Perché, sempre gli stessi, non si sono indignati quando Maurizio Costanzo che fu ha offeso l’allenatore della tua Roma in tua presenza? Il risultato è questo. Un circo ai confini del fallimento. Sarò presuntuoso, ma io mi tiro fuori da tutto questo. Per una semplice ragione: io tifo Roma. Perché se sulla torre dovessi scegliere tra la Roma e Totti, abbraccerei Francesco e mi butterei con lui.