LIBERO (D. DELL'ORCO) - Nel bene, ma talvolta anche nel male, a Roma si vive di derby. Ai tifosi laziali e romanisti piace ricordare al resto d'Italia che, a chi non vive nella Capitale, certi equilibri sembreranno sempre un passo al di là della logica. Incomprensibile, ad esempio, è parso il gesto dei tifosi della Lazio sull'onda lunga del derby vinto 3-1 domenica scorsa. Sulla passerella pedonale di via degli Annibaldi, a due passi dal Colosseo, nella notte tra giovedì e venerdì hanno esposto uno striscione con la scritta «Un consiglio, senza offesa, dormite con la luce accesa» rivolto ai cugini e «corredato» da delle bambole gonfiabili appese con indosso le maglie di De Rossi, Salah e Nainggolan.
Nella mattina di ieri a Roma era circolata l'ipotesi che fossero stati i giallorossi a minacciare la squadra, ipotesi smontata nel primo pomeriggio dalla Curva Nord laziale, che con un comunicato ha «rivendicato» il gesto: «Nessuna minaccia. Si tratta della continuazione di un sano sfottò. Non ci scusiamo con nessuno». Prima della stracittadina infatti, gli ultrà laziali avevano mostrato una scenografia che ritraeva il proprio simbolo travestito come «la morte» dei fumetti, mentre spaventava i romanisti ricordandogli la sconfitta nella finale di Coppa Italia del 26 maggio e nella semifinale di inizio aprile. A corredo, la scritta «Il vostro peggior incubo». I romanisti grazie a una «soffiata» (che è un po' un'umiliazione per chi la subisce) hanno poi mostrato lo striscione «Da sempre dormiamo sogni tranquilli», mentre i laziali, il giorno dopo la vittoria, hanno trasformato l'ingresso di Trigoria in una scena del crimine, simulando la morte dei cugini. L'ultimo episodio quello di via degli Annibaldi.
Cattivo gusto, certo, ma il derby di Roma è anche questo. Perché non è certo la prima volta che succedono fatti del genere. Sono eccessi che nulla hanno a che fare col caldo e che non meritano i riflettori. La società biancoceleste ha preso le distanze dal gesto ricordando però come da sempre dopo ogni derby si verifichino episodi goliardici. La Roma, invece, segue da vicino le indagini delle forze dell'ordine. «Gesti che vanno condannati, non è così che si può vivere di sport», ha commentato il ministro Luca Lotti.