IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Dall’Inter al Napoli, passando per la Lazio, un salto in basso da triste record del mondo. In meno di una settimana, la squadra che aveva incantato San Siro, strapazzando l’avversario, si è letteralmente squagliata. Come nel peggiore degli incubi, la Roma da bellissima è diventata inguardabile. All’Olimpico prima ha perso il derby, poi si è arresa anche al Napoli, e in entrambi i casi con chiaro (de)merito. Il gol di Strootman e le occasioni create nel finale della partita contro i partenopei non possono cancellare tutte le cose brutte che si erano viste in precedenza. Anzi, aumentano i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. Se non altro, la Roma, che perde di vista la Juve, continua a essere seconda in classifica ma il suo vantaggio sulla terza è sceso a due punti. E, dalla partita di Palermo in poi, sarà assolutamente vietato sbagliare ancora.
SENZA SCUSE - Ci si chiede, allora: quali le cause che hanno portato la Roma in pochi giorni a essere irriconoscibile? Sotto l’aspetto tecnico, i giocatori di Luciano Spalletti hanno sbagliato molte, troppe cose: passaggi regalati, palle perse, errori infantili.Ma è stata la squadra nel suo complesso a fallire i due appuntamenti post Milano. La Lazio ha aspettato la Roma per poi sfruttare le ripartenze: scelta azzeccata, perché i giallorossi, ingabbiati in spazi ristretti, hanno creato pochissimo in fase offensiva e sofferto molto in quella di non possesso. Il Napoli, invece, ha deciso di giocare il suo solito calcio ad ampio respiro: altra scelta azzeccata, perché la Roma, timida, lenta di testa e di gambe, ha incontrato problemi infiniti sia nella fase di costruzione sia in quella di contenimento. Insomma, in due gare di fila i giallorossi hanno fatto i conti con due tipi di calcio tatticamente diversi e in entrambi i casi hanno perso. Rendendosi pericolosi, anche con un grosso contributo nervoso, soltanto nei cinque minuti finali della partita contro il Napoli. E i tifosi hanno apprezzato la voglia di non mollare fino all’ultimo istante. C’è forse, alla base del voltafaccia settimanale della Roma, una condizione atletica non perfetta? Spalletti, tra Lazio e Napoli, ha usato il turn over proprio per avere sempre gente a posto fisicamente, ma alcuni (troppi...) elementi, specie quelli irrinunciabili, dopo Milano sono apparsi con le gomme sgonfie. Perché la rosa è corta e giocando al ritmo di una volta ogni tre giorni diventa complicato rendere sempre al massimo. E giovedì di nuovo in campo, stavolta per l’Europa League, che rischia di trasformarsi nel vero, unico obiettivo della stagione