IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Martedì prossimo, il 7 marzo, festeggerà i suoi 58 anni. Stavolta, però, la carta d'identità e quindi l'esperienza non contano. Perché, come per Inzaghino, sarà la prima volta anche per Spalletti. Magari, con le 852 partite da allenatore, quasi gli darà fastidio di presentarsi in campo da debuttante, come il rivale, nel derby di Coppa Italia. Già, proprio nel torneo che, nella sua lunga carriera, gli ha permesso di diventare grande.
RICORDO UNICO - Luciano, nella sua seconda annata a Trigoria, riuscì finalmente ad andare a dama, conquistando il suo primo trofeo da professionista. Alzò la Coppa Italia nel cielo di San Siro, il 17 maggio del 2007, perdendo però 2 a 1 contro l'Inter dell'ex biancoceleste Mancini, espulso nella finale di ritorno per proteste. Ma quella coppa se l'è presa, dopo aver buttato fuori dalla competizione la Triestina, il Parma e il Milan, proprio all'Olimpico, nella partita d'andata. E con quella che, ancora oggi, rimane la più bella ed esaltante prestazione della sua Roma nella competizione: 6 a 2, la sera del 9 maggio, contro i nerazzurri, schiantati ed umiliati, come spesso è accaduto, anche in questo 2017, con una raffica di gol (già 84 i gol stagionali dei giallorossi). Il mtach chiuso in 15 minuti. Con la firma dei suoi 3 campioni del mondo: Totti, De Rossi e Perrotta. Gol d'autore, per certificare il successo, arricchito con la doppietta di Panucci e la rete di Mancini ( per i nerazzurri due volte a segno Crespo, altro ex biancoceleste della sfida). E per rendere inutile la partita di Milano.
RAMPA DI LANCIO - La festa fu, comunque, doppia. Cominciò sotto la collina di Monte Mario e continuò davanti al pubblico nerazzurro. Che, anche il 19 agosto, lasciò San Siro a mani vuote. Il toscano, in 2 mesi, fece l'en plein, prendendosi anche la Supercoppa Italiana. Una vittoria tira l'altra, per la consacrazione di Lucio che vede premiato il suo lavoro quotidiano. Il 4-2-3-1 è sempre più il sistema di gioco di riferimento. E ko finisce ancora l'Inter, con lo scudetto appena cucito sul petto. Il nuovo trionfo in inferiorità numerica, dopo l'espulsione di Perrotta nella ripresa. Totti conquistò il rigore, ma si infortunò nell'azione decisiva. La trasformazione, per portasi a casa la seconda coppa e sempre da Milano, fu di De Rossi: 1 a 0 e bacheca aggiornata.
ANCORA TU - L'Inter è nel destino di Spalletti che, in poco più di 12 mesi, vince anche la terza finale consecutiva. E' il bis in Coppa Italia e il tris contro i nerazzurri. Si torna alla partita unica e si gioca, quindi, nella capitale. Stavolta Lucio alza il trofeo all'Olimpico, davanti a 60 mila spettatori. È il 24 maggio del 2008: la Roma vince 2 a 1 con le reti di Mexes e Perrotta (inutile la rete nerazzurra di Pelè), battendo nuovamente l'Inter campione d'Italia. Il Re di Coppa brinda con la sua gente, ma sa bene che in quel finale di stagione quella notte è comunque un po' amara. A Trigoria, e anche in città, sanno che quella è la coppa di consolazione, dopo un'annata che probabilmente risulta la migliore con il toscano in panchina.. I giallorossi avrebbero meritato il titolo e, proprio sei giorni prima della finale di Coppa Italia, sono stati per 54 minuti in testa al campionato, dopo il gol di Vucinic a Catania e prima della doppietta di Ibrahimovic a Parma. La mazzata, insomma, all'ultima giornata e a mezz'ora dal traguardo. Domenica 18 maggio, al Massimino, ecco la beffa di fine annata. Perché, durante quel torneo, la Roma fu protagonista nel gioco e nel rendimento. E, nei momenti cruciali, nessuno può dimenticare che risultarono decisivi gli errori arbitrali. Che nemmeno l'ultima Coppa, cancellò. La Nona, ancora con il timbro di Lucio. Che ora vuole la Decima.