Le partite che valgono doppio, o triplo, per Strootman non finiscono mai. Soprattutto ora, che è tornato ad essere quel giocatore che tutta Europa voleva prima dell’infortunio. Ecco la Lazio: l’ultima volta che l’ha vista sono stati gol e polemiche. L’esultanza dopo la rete, la lite con Cataldi, la presunta simulazione, la squalifica prima data e poi revocata. Per i laziali Strootman non è un avversario come gli altri, è paragonato a De Rossi e Totti simboli della romanità a 360 gradi e, in fondo, anche per lui la Lazio non è come le altre squadre, forse l’unica, insieme alla Juve, a scaldargli il sangue, nonostante un carattere definito di ghiaccio.
Chi lo conosce ormai alla perfezione è Spalletti che gli ha fatto ritrovare fiducia e condizione facendolo giocare sempre: 32 gare disputate, pensare che in tutta la sua esperienza romanista prima di quest’anno ne aveva disputate 41. In Coppa Italia è rimasto in panchina contro il Cesena, mentre ha giocato 90’ contro la Samp, in Europa League nel ritorno con il Villarreal si è riposato, in campionato, da ottobre, ha saltato solo 8’ contro il Torino. Per Spalletti, e per i compagni, è un giocatore fondamentale, i tifosi lo adorano e sperano che stasera rispetti la tradizione: 4 partite contro la Lazio, due vittorie e due pareggi, un gol e un assist.
(gasport)