LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Stavolta nessuna anatema contro il bordocampista di turno. Anche se il siparietto svelato in diretta tv è legato a Francesco Totti. A poche ore dal secondo round d’Europa League contro il Lione, dentro Trigoria nessuno ha voglia di tornare sulla questione, già essendo il quartier generale romanista sommerso dalle polemiche innescate da Pallotta sabato scorso (e cavalcate dal tecnico nel post- vittoria di Palermo). Così ci sono due strade che corrono parallele, per il momento senza toccarsi, che vedono da una parte la stagione dei giallorossi, alla volata finale e decisiva, tra campionato e rimonte semi- disperate da tentare nelle coppe. Dall’altra il caos società-allenatore, allenatore Totti, che poco sembra entusiasmare i tifosi, concentrati su quello che ancora il campo potrà dire, tra Europa League e coppa Italia. Eppure l’arrivo del presidente statunitense – atteso nelle prossime ore nella capitale – è se possibile ancora più impellente, visto le urgenti situazioni da chiarire. Possibilmente non a mezzo stampa, ma con i diretti interessati. A mezzo stampa, in questo caso televisiva, si è consumato a Palermo, il siparietto tra Spalletti e Totti. Il tecnico ha chiesto al numero dieci se se la sentisse di fare l’ultimo quarto d’ora. Non se l’è sentita, Francesco, perché alle prese con un leggero mal di schiena. «È un tasto delicato» ha esordito a fine gara il mister toscano sull’argomento, questa volta non piccato con il bordocampista come invece fu con Cherubini, di Mediaset, a Bergamo. In quell’occasione l’occhio indiscreto del cronista beccò un Nainggolan polemico con il vice dell’allenatore, Domenichini, al momento del cambio. Durissima fu la presa di posizione di Spalletti a difesa dell’accaduto («Queste sono bugie, ha detto una cosa totalmente inventata»), mentre a Palermo non ha battuto ciglio.
«Preferisco non dire niente altrimenti tutto viene usato contro di me, come nei processi – le parole di Luciano – secondo me quando si scaldava ha avvertito un problema alla schiena e Francesco ha preferito non entrare». Chi resta in silenzio è il numero dieci, che si trascina questo lieve fastidio alla parte bassa della schiena già da Lione, e ha quindi preferito non rischiare nulla per pochi minuti, sul 2-0 della Roma. È evidente come tra tecnico e giocatore regni una tregua armata, una sorta di patto che si trascinerà fino al termine della stagione, quando Totti potrebbe davvero annunciare il suo addio al calcio giocato. Ed è qui che entra in ballo Pallotta (ieri il suo compleanno), che dovrà risolvere di persona il tiro incrociato di veleni con Spalletti (anche lui in scadenza), definendo quale sarà il ruolo del capitano giallorosso in società.
Intanto gli appelli sia del presidente sia dell’allenatore di riempire lo stadio giovedì, quando la squadra proverà a ribaltare la sconfitta per 4-2 dell’andata contro il Lione, sono al momento rimasti inevasi. Solamente 13mila i biglietti venduti, con la protesta della Sud che continuerà nonostante l’invocazione spallettiana al rientro. Forse poca fiducia nella rimonta, o una latente e continua disaffezione a una squadra che non vince da troppo tempo, all’interno di uno stadio scomodo e poco invitante. Per quello che riguarda il campo, sta cercando di tornare a disposizione Perotti, visto che gli esami strumentali effettuati ieri hanno escluso lesioni.