Dalla sfida Gagliardini-Nainggolan dipende molto di Inter-Roma stasera. Teoricamente non è un confronto diretto, perché sullo scacchiere sarà più frequente la sfida Gagliardini-Strootman: ma Nainggolan, che copre tutti i quadrati del campo con preferenza sul centrosinistra, potrebbe aggiungersi all’olandese per limitare il campo d’azione dell’azzurro, diventato la chiave di Pioli: con la sua profondità «spacca» molte difese piazzate, ma nello stesso tempo dà ordine e ritmo alla mediana. L’altra chiave è stata la difesa a tre. Pioli c’è arrivato di recente, arretrando Medel: mossa che consente più soluzioni in impostazione. La Roma ha decisamente trovato in Fazio il perno centrale, decisivo nelle chiusure anche se meno in costruzione.
Molti dati statistici di Roma e Inter sono simili: stesso uso delle fasce (62% Inter, 61% Roma), baricentro medio, stessa larghezza (48 metri), stesso inizio gioco palla al piede. La differenza si vede dai lanci lunghi (7 in più della Roma a partita), nelle sponde (5 in più per i giallorossi) e nei cross (6 in più per l’Inter): si capisce che la Roma verticalizza di più, grazie alle fughe di Salah sulla fascia e al gioco da «10» arretrato di Dzeko sulla trequarti. Mentre l’Inter si affida a una manovra con qualche tocco in più, transizioni meno rapide dall’attacco alla difesa e reparti più vicini, con ricorso al numero impressionante di cross di Candreva (198) e Perisic (127). Per dire: al terzo posto in questa classifica sono Nainggolan e Salah con appena 49. In realtà ce ne sarebbe uno che si avvicina, Perotti, 93 cross in meno minuti, ma è annunciato in panchina.
C’è poi un dato che merita riflessione. Dopo il Napoli, Roma e Inter sono le squadre che tirano di più, sia in porta sia fuori. Però la Roma ha segnato 54 gol e l’Inter solo 40: non basta che sia implacabile Icardi, 15 gol su 29 tiri in porta, ben oltre la media di Dzeko (19 centri su 66 conclusioni).
(gasport)