"Costruttori, non palazzinari". Grillo butta la palla in tribuna per mascherare il flop stadio

21/02/2017 alle 14:46.
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IL TEMPO (S. NOVELLI) - Beppe Grillo prima e dopo. È durato quasi tre ore l’incontro in Campidoglio fra il leader 5 Stelle, il sindaco di Roma Virginia Raggi, il vicesindaco Luca Bergamo, i due deputati Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, l’avvocato Luca Lanzalone, la presidente della commissione capitolina urbanistica Donatella Iorio (in pole per assumere la delega in giunta che fu di Berdini) e, per la prima volta a Palazzo Senatorio, anche Davide Casaleggio. Prima di salire al colle capitolino, Grillo, all’uscita dell’hotel Forum aveva dichiarato ai cronisti di non sapere «se lo si farà» spiegando che prima di dare il via libera al progetto «sentiremo la popolazione» e che, ad ogni modo «si dovrà indicare un costruttore, non un palazzinaro». Messaggi duri non solo non riconfermati all’uscita dal Campidoglio, ma secondo le indiscrezioni lasciate filtrare, non si sarebbe parlato di referendum. È stato comunque lo stadio il centro del lungo vertice cominciato con l’ennesimo endorsement di Grillo alla Raggi: «Virginia sei una roccia», avrebbe detto rivolto al sindaco.

All’uscita il leader pentastellato ha commentato che l’incontro «è andato bene, molto bene. Stanno lavorando bene. Si pensa al diritto all’ambiente e alla salute, il posto ha dei problemi come ubicazione, per la composizione e per il suolo, per l’idrogeologia. Ci sono, però risolveremo. Sarà la soluzione migliore per i cittadini e per il luogo». Le raccomandazioni di Grillo, le stesse anche di Casaleggio junior, sarebbero state quelle di «non farsi influenzare dall’esterno», di «reggere le pressioni» insomma. Pur non avendo affrontato direttamente il tema «consultazione», può essere tuttavia questo l’asso nella manica del duo Grillo-Casaleggio. Una consultazione sul blog di Grillo, riservata dunque agli iscritti sull’opportunità di costruire lo potrebbe infatti risolvere, o meglio tamponare, le frizioni interne al MoVimento, mettendo a tacere la parte “ribelle” dei grillini romani, contrari allo Stadio, come ricordato, non a caso, due giorni fa dalla deputata Roberta Lombardi.

Così come non è certamente un caso che all’incontro fiume in Campidoglio, dove si sarebbe parlato anche del nuovo assessore all’Urbanistica, ma il nome ancora non c’è, come ammesso dallo stesso Grillo, erano assenti il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, vicino alla componente della Lombardi, e il capogruppo in Aula Giulio Cesare, Paolo Ferrara. Un’exit strategy insomma, quella della consultazione on line sul blog che consentirebbe di traghettare il MoVimento alla prossima campagna elettorale senza ombre di scissioni, quale quella paventata dall’architetto Sanvitto, presidente del Tavolo all’Urbanistica del MoVimento romano che proprio sulla vicenda dello Stadio ha dichiarato, lo stesso giorno delle riflessioni della Lombardi,di essere pronto a ricorrere alla magistratura qualora la giunta Raggi desse il via libera allo Stadio, di pensare, qualora ciò avvenisse, di lasciare il MoVimento, nonché aveva invitato Grillo a pensare a Genova. Certamente un pensiero, quello dell’architetto, non in solitaria. Insomma non è tutto oro quel che luccica sulle 5 Stelle capitoline. Nonostante Grillo continui a vedere una città che non c’è. Dalle indiscrezioni, fatte trapelare, il leader avrebbe detto, non si sa se con convinzione: «Ho visto che state facendo tantissime cose. Roma sta finalmente rinascendo:si iniziano a vedere i risultati». E avrebbe persino constatato che nella città«c’è più pulizia» e che «la macchina si è finalmente avviata» e ancora, Grillo avrebbe rivelato di aver «visto per strada le spazzatrici elettriche: sembrano un sogno». Già. Peccato che un sogno lo siano davvero