LAROMA24.IT - Un'altra vittoria in trasferta, un'altra partita vinta per 1 a 0: la Roma a Udine conquista 3 punti fondamentali, rispondendo al Napoli e alla Lazio, ma soprattutto recuperando terreno sulla Juventus capolista. La squadra di Allegri ha perso 2 a 1 a Firenze e ora, con una gara da recuperare contro il Crotone, si ritrova con un solo punto di vantaggio sulla squadra di Spalletti.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
La parola mentalità è tra le più usate e, in alcuni casi, anche tra le più abusate nel calcio. Ne sanno qualcosa le due squadre romane, alle quali, spesso e volentieri, è stata rimproverata la mancanza. Vincente, naturalmente. Ora, risultati alla mano, ciò che va apprezzato della stagione di Roma e Lazio è proprio il modo con cui stanno ottenendo i loro successi. Alla squadra di Spalletti si è sempre rimproverato l'incapacità di vincere soffrendo le partite. O le dominava oppure, con il risultato in bilico, era sempre costretta a subire gol e l'agonismo avversario. Da qualche mese la Roma, invece, è cambiata: nel modulo di gioco e nel temperamento. E' meno bella, ma decisamente più solida e cazzutissima come l'ha etichettata il suo tecnico. Sei vittorie nelle ultime sette gare (unica sconfitta a Torino con la Juventus), non ha subito gol in quattro, e le ultime due vittorie sono arrivate in trasferta con una sola rete. (...) La tanto evocata mentalità delle due squadre romane sta migliorando e può portarle molto in alto. Alle due società il compito di sostenerne la crescita, se possibile fin da gennaio. Nessuno ha ancora vinto nulla, neanche la Juventus battuta a Firenze. Il campionato è ancora tutto da giocare.
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LA GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)
(...) La Roma ha vinto fotocopiando il primo gol di Higuain al Bologna: morbido lancio di Pjanic e girata al volo del Pipita. Significativa la variazione sul tema di Spalletti: parabola di Strootman e conclusione di Nainggolan. I gladiatori al posto degli artisti. E’ questa Roma da combattimento, che ha preso 2 soli gol in 6 partite e che per 8 match ha tenuto la porta chiusa, a balzare alle spalle dei campioni. Ha sofferto a Udine come a Genova, ma ha vinto ancora con il minimo scarto, come la Juve di Capello che vinceva gli scudetti. Nuovo cinismo, nuova solidità, antica predisposizione all’autolesionismo. Ieri Spalletti, sotto effetto del siero della verità come quando ammise di poter allenare la Juve, invece di difendere un deludente Dzeko lo ha incenerito: «E’ molle». Alla prossima stecca del bosniaco, fermenterà la solita nostalgia per Totti, tornato in campo ieri. Sarebbe un delitto sperperare energie intestine ora che la Juve è tornata umana e così vicina. (...)
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LA REPUBBLICA (G. MURA)
(...) Molti definiranno cinica la Roma, al secondo 1-0. Ma va bene anche sprecona. Il cinismo subentra, con l’agitazione, quando non si riesce a chiudere la partita pur dominando. L’immagine più vistosa dello spreco è nel rigore calciato altissimo da Dzeko. A un certo punto Spalletti ha dovuto fare ricorso a Totti nel tentativo di amministrare meglio il possesso di palla. Ha tolto El Shaarawy che non riusciva quasi mai a saltare l’avversario. E nel dopopartita il tecnico, in linea con il nuovo corso, ha detto chiaro che il tempo dei buffetti e delle coccole è finito: chi fa quello che gli è stato chiesto stia sereno, chi non lo fa si accomodi in panca. Nainggolan, sempre più prezioso come uomo-ovunque, ha portato i 3 punti. Molto sudati, come a Genova. La Roma sa lottare, l’assenza di Salah si farà sentire, ma deve essere più lucida sottoporta. (...)
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LEGGO (R. BUFFONI)
Ottantaquattro punti dopo 20 giornate (44 giallorossi e 40 biancocelesti). Solo nella stagione 2000/01 (scudetto per Totti & co.) Roma e Lazio avevano raccolto di più: 88, 48 Roma, 40 Lazio (dato statistico Opta). Insomma: in serie A nessuna città vale Roma. Una bella consolazione per una capitale in piena decadenza ma che con i giallorossi ora si ritrova a -1 dalla Juve. Eppure anche il dato numerico aggregato regalato dal campionato non può essere goduto e assaporato con convinzione. Incombe il rischio dell’effimero, perché la Roma, che ora anche in trasferta vale la Juventus, potrebbe tra un mese trovarsi senza le forze necessarie per poter competere fino in fondo in una delle tre manifestazioni nelle quali è coinvolta. Lo ha detto chiaramente Spalletti: la rosa è corta e, non avendo il club nessun tesoretto nascosto sotto al materasso, sarà dura rimpinguare l’organico. (...)