AFFARITIALIANI.IT - Nuovo Stadio della Roma, l'assedio all'assessore Paolo Berdini si fa sempre più stringente. E a nulla è valsa la sua dichiarazione di serenità perché ogni giorno che passa la sua poltrona traballa. Non è solo il no alle torri e alle cubature indicate nel masterplan come necessarie al sostegno dell'opera ma l'intera gestione dell'urbanistica che finisce sotto accusa.
L'ultima pugnalata al professore di Tor Vergata che aveva accettato l'incarico in Giunta a condizione di “fare la sua urbanistica”, arriva dalla Federconsumatori del Lazio che scrive: “Dall’ex caserma Guido Reni all’ex Fiera di Roma, passando per la miriade di cinema e di ex depositi Atac dismessi, di edifici di proprietà pubblica o di privati più o meno conosciuti, la Capitale ha bisogno di interventi concreti volti alla riqualificazione e rivalutazione del patrimonio immobiliare - si legge nel comunicato - La città, infatti, versa in una condizione di abbandono scandaloso e inaccettabile per tutta la popolazione romana e per il suo status di Capitale. Non si tratta di una novità. Roma, infatti, soffre da tempo di una crisi abitativa gravissima, riconducibile ad un disinteresse sostanziale verso le necessità abitative ed aggregative dei cittadini”.
Ma a far saltare il banco di Berdini ci ha pensato anche la sentenza dei giudici amministrativi del Tar del Lazio, con provvedimento del 6 dicembre, hanno accolto in via cautelare il ricorso di Investimenti spa contro l'inerzia del Comune sulla questione dell’ex Fiera di Roma, sulla delibera dell'assessorato all'Urbanistica.
Insomma, non solo Berdini non ascolta la base, non solo produce poco ma sullo Stadio della Roma, opera considerata unanimemente indispensabile al rilancio economico della città, rischia di incrinare la coesione della Giunta e la pazienza del sindaco. Il silenzio della Raggi equivale ad una condanna, Dopo aver studiato il progetto dello stadio insieme al vice Daniele Frongia, ha maturato due convinzioni: i posti di lavoro e gli investimenti dell'As Roma e i cantieri di Parnasi sono la grande occasione a costo zero per portare a casa un progetto e passare alla storia della città. Anche perché il bilancio è così striminzito da permettere a malapena l'ordinaria manutenzione. Così Raggi e Frongia, su suggerimenti di Grillo, sullo stadio ci puntano e se non hanno ancora dato il benservito all'assessore che si rifiuta di fare il gioco di squadra è perché l'avvio della consiliatura è già stato funestato da due defezioni di assessori incaricati e una terza sarebbe di complessa gestione.
Non resta allora che attendere che Berdini comprenda che per lui non c'è più posto e decida spontaneamente di abbandonare il Campidoglio per tornare alla sua aula di università. La parola d'ordine è nessuna forzatura, tanto per la conclusione della Conferenza dei servizi c'è ancora tempo e chissà che Natale non porti consiglio all'urbanista di sinistra che rischia di far pagare caro ai romani il suo no al progetto. L'Avvocatura comunale ha infatti calcolato il peso di una causa dell'As Roma se il progetto non venisse approvato entro il prossimo febbraio ed è una cifra stratosferica. Mentre il Comune va avanti, il fronte del No perde colpi e affida al vecchio giudice Ferdinando Imposimato una presa di posizione antistorica e che definisce il progetto di Tor di Valle un'opera che distruggerà il territorio. Lo dicesse a quei trentamila disoccupati di Roma che attendono un'occasione per tornare al lavoro.