IL TEMPO (A. SERAFINI) - Nella sala stampa di Trigoria la tavola è imbandita per i saluti natalizi, ma prima di alzare i calici per il brindisi insieme alla dirigenza giallorossa, Luciano Spalletti mette da parte lo spirito delle feste affrontando l’ultima conferenza stampa del 2016 con il solito piglio determinato. La sconfitta di Torino è già parte del passato e non potrebbe essere altrimenti alla vigilia della sfida casalinga con il Chievo: “Non si può buttare via tutto in 5 minuti, certi risultati pesano più di altri, ma il gruppo ha reagito benissimo. Del resto non mi importa nulla, dobbiamo assolutamente vincere domani (oggi ndr)”. L’argomento legato al match in programma stasera all’Olimpico però si esaurisce in fretta, scavalcato da quello stralcio di intervista rilasciata a France Football in cui il tecnico ha ribadito un concetto ormai noto a tutti: “O vinco qualcosa o me ne vado“. Il tema rinnovo contrattuale continua quindi a stuzzicare l’interesse generale, ma non intacca minimamente le intenzioni di Spalletti, rimasto stupito dall’eco mediatico sollevato da una dichiarazione ribadita più volte pubblicamente e già affrontata anche con la società giallorossa: “Sono cose che ho detto precedentemente, probabilmente è la stampa che ha voluto utilizzare un taglio differente. Sarebbe corretto firmare un contratto di 5 anni senza aver vinto nulla? A me no e non capisco quale sia la cosa scandalosa in questo. Quando si arriva a fine anno faremo un inventario, come nelle aziende, per un punto della situazione. Vedere cosa si è portato a casa o capire quelli che sono i presupposti di crescita o meno. Io di solito sono abituato a dover portare a casa un risultato, credo che questo valga per tutti, anche per voi“.
Rimanendo su numeri e statistiche, il bilancio provvisorio di fine anno registra ottimismo e soddisfazione, non in grado ancora di permettere un salto di qualità che avvicini la squadra alla Juventus capolista, ma sicuramente confortante se si vanno a considerare anche i 6 mesi spallettiani della passata stagione. Aspetto sottolineato dall’allenatore toscano e che in qualche modo punta dritto proprio al futuro, perché se la sua Roma proseguirà su questo percorso fino in estate allora la decisione di prolungare il contratto potrebbe non dipendere soltanto dall’unica condizione di esser costretti a mettere un trofeo in bacheca. L’indizio è chiaro: “Se valutiamo le 36 partite da quando sono tornato sulla panchina della Roma, visto che 2 non l’ho ancora giocate, io conto 81 punti. Allora guardiamo Bayern Monaco, Tottenham, Manchester United, Manchester City, Arsenal, Napoli, Psg, Atletico Madrid e si nota che siamo nella media, se non sopra. Per cui è segno che la squadra sta lavorando bene, uno dei presupposti che contano per andare avanti“. Il tema contratto viene concluso con un’ultima stilettata: “Dopo oggi non ne parlerò più. Avevo firmato un contratto anche dieci anni fa quando sono stato qui e poi sono dovuto andare via dopo essere arrivato sesto. Soprattutto da parte vostra e da parte della società c’era la convinzione che quella squadra potesse fare di più. Però ai tempi dello Zenit ho domandato diverse volte in giro per l’Europa se vi avevano visto, ma nessuno mi sapeva raccontare niente della Roma. Ora vi ritrovo e siete sempre gli stessi – chiude Spalletti – avete massacrato tutti, anche ex allenatori che ora vincono al Barcellona o in Inghilterra, ma voi rimanete qui a massacrarli mentre loro vincono con altre squadre“.
Nel frattempo, saltando di un argomento all’altro, è già tempo di parlare di mercato. In attesa di incontrare personalmente il ds Massara, arriva la prima conferma sulle strategie di gennaio: “Non faremo scelte strane, potrebbe arrivare un centrocampista. Per il resto ci sentiamo abbastanza tranquilli“.