LA REPUBBLICA (M. PINCI) - L'icona del 2016 romanista non è un gol, forse nemmeno un calciatore. È un tifoso che singhiozza in lacrime in tribuna all’Olimpico alle 22.29 del 20 aprile scorso. Totti ha appena realizzato il rigore che vale la sua doppietta e la vittoria sul Torino, regalando alla Roma tre punti decisivi per la Champions e a se stesso una notte che sognava da mesi. Ma gli 86 punti dell’anno solare dicono tanto di più di quanto sia riuscita a combinare la Roma. Pensare che l’anno bisesto sembrava funesto davvero, dopo l’esonero di Garcia a metà gennaio. Ma i volti nuovi di inizio 2016 – Spalletti, Perotti e El Shaarawy – hanno trasformato la Roma.
Che da gennaio a dicembre è cambiata tanto: via l’ad Zanzi per far porto al più efficace Gandini. Via soprattutto il ds Sabatini, volto della rivoluzione dei primi 5 anni americani. Chi non se ne è andato, nonostante le generosissime proposte del Chelsea è Radja Nainggolan. Il simbolo del 2016 romanista, capace di lasciare regolarmente il segno quando non si può sbagliare: ha affondato Inter e Napoli nella seconda parte dello scorso campionato. Ha colpito nel derby per poi stendere il Milan nello scontro diretto per il 2° posto. Ha parlato tanto, ha fumato qualche sigaretta litigando con due ct del Belgio ma ha trascinato la Roma come nessun altro. E a gennaio tornerà a discutere un adeguamento contrattuale che non pareggerà le offerte di Abramovic ma potrebbe consentirgli di “Restare dove sono felice”.
Non solo sorrisi ha regalato l’anno, però: il preliminare di Champions buttato via contro il Porto brucia ancora. Volto di quel ko è Vermaelen, forse l’unica vera delusione dell’anno, insieme al “traditore” Pjanic. Ma il difensore prima ha compromesso il preliminare con un’espulsione sciocca. Poi è uscito dal campo a Cagliari il 28 agosto per rientrare l’8 dicembre a Giurgiu. I suoi infortuni hanno favorito però Federico Fazio, la sorpresa migliore del 2016 (con Emerson): 17 gare e una leadership crescente. Lui sarà riscattato a giugno. La Roma pensa di fare un tentativo pure per Gagliardini, anche se l’Inter è in vantaggio. Nell’attesa a gennaio arriverà una punta: la lista comprende una decina di nomi, Jesé e il Papu Gomez (ma pure Depay e Musonda) restano in cima alla lista.