GOAL.COM (M. BELLINAZZO) - Roma e Lazio si sfideranno in campo tra poco più di un mese, domenica 4 dicembre. Se le squadre di Spalletti e Inzaghi confermeranno quanto di buono fatto vedere fin qui in campionato sarà un match d’alta classifica con in palio punti importanti per la corsa alla Champions League. Una manifestazione dalla quale in questa stagione Roma e Lazio sono rimaste fuori, ma che rappresenta un’indispensabile leva per il fatturato.
Lo sa bene la società del presidente James Pallotta che con la partecipazione all’edizione 2015/16 della massima competizione continentale ha incassato 77 milioni (la quota parte del market pool è stata di 48 milioni, il participation bonus di 12 milioni, il performance bonus di 8,5 milioni, cui si aggiungono 8,5 di introiti da biglietteria per le gare casalinghe). Il giro d’affari giallorosso è così salito alla cifra record di 219,4 milioni, doppiando il fatturato biancoceleste, sceso al 30 giugno 2016 a quota 93,8 milioni rispetto ai 111 milioni dell’esercizio precedente. Al netto della diversa ampiezza dei perimetri delle due società il derby dei conti 2016 è però finito quasi in pareggio: la Roma ha perso 14,5 milioni, la Lazio 12,6 milioni.
Il club di Claudio Lotito, in particolare, ha incassato 7,5 milioni dallo stadio (a causa di un calo del numero di spettatori di oltre il 40%), 50,7 milioni dai diritti tv e 12 milioni da sponsorizzazioni e merchandising (di cui 2,5 milioni derivano dal contratto con lo sponsor tecnico Macron e circa 8 dai proventi del contratto stipulato con Infront Italy). A questi introiti si sommano 9 milioni di ricavi Uefa e circa 8 milioni di contributi della Lega legati ai diritti negoziati a livello centrale (7 milioni) e alla partecipazione alla Coppa Italia (0,8 milioni).
Per la Roma invece i proventi tv nazionali sono stati pari a 73 milioni. Il botteghino, esclusa la Champions, ha assicurato 23 milioni. Nel dettaglio, i ricavi da biglietteria per il campionato sono stati 9,5 milioni, quelli da abbonamenti (24.157 tessere) 9,7 milioni, mentre le amichevoli hanno portato in cassa 3,8 milioni. I ricavi della sponsorizzazione Nike (non avendo la As Roma un main sponsor) ammontano a 5 milioni.
I proventi pubblicitari (che includono i pacchetti “Premium Seats” dello Stadio Olimpico) sono stati pari a 10,6 milioni e le attività commerciali di merchandising e licensing hanno prodotto 5,4 milioni. Nel complesso l’area commerciale ha garantito entrate per circa 21 milioni. In definitiva, la società giallorossa vanta ricavi quasi doppi rispetto alla Lazio sul fronte stadio e su quello commerciale e ottiene 23 milioni in più di introiti televisivi nazionali grazie ai criteri di ripartizione della legge Melandri.
Per quanto riguarda il costo della rosa, la Roma paga 142 milioni di ingaggi al personale tesserato e fa fronte ad ammortamenti di cartellini per 46,4 milioni (rispetto ai 36,4 della stagione 2014/15). La scorsa stagione la rosa giallorossa è costata in altri termini 188 milioni. Per quella biancoceleste Lotito ha speso meno della metà: 56 milioni in stipendi e imposte e 17 milioni di ammortamenti.
Più in generali i costi operativi della Roma ammontano a 217 milioni, quella della Lazio a 84,5 milioni. I conti giallorossi 2016 stanno in equilibrio grazie alle plusvalenze (la cessione di Pjanic alla Juventus ha portato 28,2 milioni, quella di Romagnoli al Milan 23,8 milioni, quella di Destro 4,4 milioni, quella di Gervinho 12,5 milioni e quella di Mazzitelli per 3,5 milioni).
Infine, l’indebitamento finanziario netto del club giallorosso è aumentato al 30 giugno 2016 a 192,8 milioni rispetto ai 142,3 milioni dell’anno prima, quello del club laziale è pari a 26,8 milioni.