Spalletti: «Mancanza di cattiveria»

31/10/2016 alle 12:43.
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IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Alla fine è molto dispiaciuto per l'occasione persa, perché alla non bisogna mai lasciare troppo spazio, ma quando rivive nella testa la partita appena conclusa, capisce che la Roma che ha perso a Torino era un'altra cosa. Questa di Empoli, diciamo, può essere accostata di più a quella uscita sconfitta a Firenze dopo una prova molto buona. E' chiaro, qualche errore in mezzo ci sta e su questo il tecnico dovrà lavorare. «Ci abbiamo messo del nostro, al di là della bravura di Skorupski, bravo e ottimo professionista. Bisognava essere più rapaci, cattivi, concretizzare meglio». Il campo del Castellani non era un granché, questo lo ha notato il tecnico stesso. «L'Empoli, tatticamente, è stata ineccepibile, e il terreno non ci ha aiutati, non riuscivamo a stare in piedi. Le giocate in velocità non ci erano permesse. Non basta essere belli, per vincere certe partite occorre diventare bellissimi. Ma può capitare una volta: se ricapita e non si vince, gli altri scappano. Bisogna stare attenti e non mollare».

IMPRECISIONE Strano ma vero: l'attacco esplosivo della Roma è andato a sbattere contro un muro, proprio nella giornata in cui la difesa non ha preso gol. Ma non c'è solo il avversario, da contare anche molti errori in fase di conclusione e scelta finale, come ha dichiarato lo stesso Lucio, che in terra toscana ha lasciato fin ora quattro punti. «Noi abbiamo cercato di fare la partita e di vincerla, quando poi ci sono capitate delle palle per tirare in porta, o abbiamo sbagliato l'ultimo passaggio o abbiamo tirato male. Abbiamo vinto partite molto più difficili di questa, stavolta è andata male». poi spiega il perché a destra e a sinistra. «Mi faceva comodo, io non volevo spingere ma far girare palla, non aveva i novanta minuti nelle gambe e non ce la faceva a salire con frequenza. a destra, con un terzino come alle spalle, invece è libero di attaccare. Era un po' il disegno che c'eravamo fatti, lasciando la difesa a tre. ? E' un giocatore forte e per questo lo faccio giocare, mentre non era in condizione, così come Peres. ? Ecco, forse dovevo farlo entrare prima». C'era il rigore su ? «A volte il contatto non è sufficiente e secondo me non era da fischiare. L'arbitro ha fatto una partita perfetta, poi magari ci diceva bene e quel rigore ce lo assegnava».