IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La Juve capolista torna nel mirino della Roma. Che, con il 3° successo di fila in campionato, non spreca il posticipo all’Olimpico e si avvicina ai campioni d’Italia, riaprendo la corsa scudetto: adesso il distacco, come per il Milan di Montella, è di soli 2 punti. Il 4 a 1 contro il Palermo, comodo e ampiamente meritato, fa insomma la differenza in classifica. In attesa dello scontro diretto allo Stadium, in programma il prossimo 17 dicembre, i giallorossi possono sfruttare il calendario favorevole per restare in scia e magari per ridurre ulteriormente la distanza dalla vetta.
TRIS SERVITO La striscia positiva, partita con la vittoria casalinga contro l’Inter e rafforzata dai 3 punti conquistati al San Paolo contro il Napoli, ha finalmente un senso. Spalletti va a dama proprio nella notte in cui l’emergenza sembra non avere fine: anche Florenzi, in partenza risparmiato insieme con Strootman, si aggiunge alla lista dei giocatori che non sono al meglio. Sono 5 i titolari, al momento, indisponibili: Mario Rui, Ruediger, Bruno Peres, Vermaelen e Perotti. Nella panchina incompleta si accomodano i Primavera De Santis, Grossi e Soleri. Ma i resti della Roma bastano e avanzano per battere il Palermo penultimo. Più del gioco, nella serata all’Olimpico, conta il risultato. El Shaarawy è il più ispirato nella fase iniziale: calcia in porta e difende bene. Tocca, però, a Salah indirizzare il match alla mezz’ora. L’assist di Dzeko gli permette di colpire di sinistro e di far centro tra le gambe del portiere Posavec. Vantaggio e 5° gol in campionato (6 contando anche quello in Europa League).
COPIONE SCIALBO Spalletti insiste sul 4-2-3-1, con Emerson terzino destro che però sale a centrocampo e con Manolas, Fazio e Juan Jesus che spesso formano la linea a 3. De Zerbi, invece, sceglie il 3-4-2-1 che però è prudente e rinunciatario: in fase di non possesso palla, ecco il 5-4-1, con gli esterni Morganella e Aleesami che si abbassano accanto ai centrali Cionek, Goldanica e Andelkovic e con i trequartisti Diamanti e Chochev che si piazzano ai fianchi di Henrique e Gazzi. L’unico giocatore offensivo è Nestorovski. L’atteggiamento del Palermo va a incidere sullo spettacolo. Non sul comportamento della Roma che, dopo essersi scottata giovedì contro l’Austria Vienna, si tiene stretta la gestione del match. La lezione di coppa, dunque, è servita.
TURNOVER IN CORSA La terza vittoria di fila in campionato finisce in cassaforte nella seconda parte della gara, quando si scatenano gli attaccanti giallorossi. Posavec regala, all’alba della ripresa, il primo gol stagionale a Paredes che, su punizione battuta sotto la Tevere, trova la zolla giusta per festeggiare. In campo c’è già Florenzi, entrato dopo l’intervallo al posto di Juan Jesus che si arrende per un fastidio al polpaccio. Emerson si sposta a sinistra dove sicuramente si trova meglio, partecipando quasi da ala all’assalto. Dzeko, su appoggio proprio di Florenzi, si prepara sul piatto destro l’8° gol di questo campionato che è buono per il 3 a 0 e al tempo stesso per prendere il largo nella classifica dei cannonieri. Entra anche Strootman per Nainggolan, ma soprattutto esce Diamanti, spazio a Jajalo. L’Olimpico fischia e insulta l’ex azzurro che ringrazia il pubblico prima di ricevere l’abbraccio affettuoso di Spalletti. Quaison, grazie alla deviazione di Manolas, beffa Szczesny prima dell’ingresso di Totti, fuori Dzeko, e del poker di El Shaarawy su apertura di Salah. L’attacco giallorosso si conferma il più prolifico del reame: 23 reti in 9 gare, media di 2,55 a partita. La nuova raffica arriva nella notte più dolce: la Juve è lì. E la sfida per il titolo apertissima