IL TEMPO (A. SERAFINI) - Parecchi ricordi, una sana rivalità che poi nel tempo non si è più rilevata tale e una sfida che nell’attualità continua ad aumentare i valori tecnici del nostro campionato. Sarebbe troppo scontato definirlo soltanto come uno dei tanti “derby del sole“, anche perché negli ultimi tempi si sono registrati, purtroppo, più tramonti che albe.
Sabato al San Paolo. Napoli e Roma si ritroveranno nuovamente una di fronte all’altra sul campo: per entrambe l’occasione migliore per aggiudicarsi quello che negli ultimi anni si è rivelato un decisivo confronto diretto per la Champions League e per restare, di conseguenza, aggrappate allo strapotere della corazzata juventina. Ancora una volta però, a Fuorigrotta ci sarà spazio soltanto per i tifosi partenopei (è stata vietata la vendita ai sostenitore romanisti residente nel Lazio), condizione necessaria finché l’asticella del pericolo alzata dalle forze dell’ordine continuerà a toccare il livello massimo. Una situazione che ha poco a che fare con i trascorsi di reciproco rispetto vissuti durante gli anni ’80, quando entrambe le tifoserie potevano tranquillamente mischiarsi sugli spalti (ora sarebbe improponibile pensarlo per qualsiasi tifoseria italiana) senza il rischio e la paura di poter generare episodi di violenza. Il famoso gemellaggio interrotto nella stagione ’87-’88 a causa di crescenti dissapori (l’arrivo a Napoli del “laziale” Bruno Giordano) e del mai dimenticato gesto dell’ombrello di Salvatore Bagni verso la sud romanista all’Olimpico rimane ormai però uno dei tanti episodi calcistici del passato.
La recente attualità ha poi aumentato il grado di deterioramento dei rapporti, sempre più intrisi di cronache di scontri, devastazioni e contatti tra i gruppi organizzati delle due tifoserie. Nel 2001 diecimila tifosi della Roma invadono Napoli per il primo match ball scudetto. Quel 10 giugno però viene ricordato soltanto per i tafferugli con le forze dell’ordine, le sassaiole alla stazione di Campi Flegrei e le immagini di una città messa a ferro e fuoco. L’8 dicembre 2005 un’altra guerriglia, sempre a Napoli: in programma la Coppa Italia, i padroni di casa perdono 3-0, ma la cronaca si sofferma sull’assalto di alcuni tifosi partenopei ad un commissariato di zona. Il 4 maggio 2008 17 tifosi del Napoli vengono arrestati per un altro assalto, stavolta a un bus di romanisti diretti a Genova.
Nell’agosto dello stesso anno è la trasferta degli ultrà napoletani a far notizia: verranno accusati (e poi successivamente scagionati) di aver devastato un treno che li ha portati a Roma e alcune aree della stazione Termini. Nessun dubbio invece sui 7 arresti, da entrambe le parti, e sull’accoltellamento di un supporter azzurro. Episodi che fino a quel momento portarono le istituzioni ad inasprire le regole di ingresso dei tifosi durante le sfide tra le due squadre: limitazioni relative al possesso della Tessera del Tifoso e vendita obbligatoria in poche biglietterie prescelte.
Un’escalation di tensione arrivata fino al tragico 3 maggio del 2014, quando a poche ora dalla finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina all’Olimpico, un colpo di pistola esploso (per sua stessa ammissione) dall’ultrà romanista Daniele De Santis colpì il tifoso napoletano Ciro Esposito, deceduto poi il 25 giugno proprio a causa delle conseguenze di quello sparo (le dinamiche di quella giornata sono ancora in fase di giudizio da parte della magistratura). L’eco sollevato per la gravità della vicenda e i successivi tentativi di strumentalizzazione utilizzati da alcuni media per inasprire ulteriormente i rapporti tra Roma e Napoli hanno poi costretto le autorità ad aumentare il livello di guardia. Con nuove polemiche annesse. Nella passata stagione infatti, fu vietata la vendita dei biglietti per la trasferta di Napoli a tutti i tifosi giallorossi residenti nel Lazio. Stesse modalità anche per la sfida di ritorno all’Olimpico, quando però per ragione di ordine pubblico, il settore ospiti venne aperto ai tanti sostenitori del Napoliresidenti al di fuori della Campania.
Una decisione necessaria, per evitare pericolosi contatti nei settori riservati ai romanisti. Scenario che probabilmente si ripeterà in entrambi i confronti. Con la speranza che la tensione diminuisca, l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, punterà l’occhio anche su eventuali striscioni con richiami ad odio e violenza che potrebbero apparire sugli spalti. In attesa che prima o poi torni il “sole“.