IL TEMPO (E. MENGHI) - Nella tana che fu di Higuain è lo Dzeko 2.0 a prendersi la scena. Superando proprio il Pipita nella classifica capocannonieri della Serie A e, soprattutto, superando se stesso, perche 7 gol nelle prime 8 giornate di campionato non li aveva mai fatti né in Germania, né in Inghilterra e tantomeno nel primo insoddisfacente anno italiano. Le metamorfosi di Edin portano a continue critiche e smentite, fatto sta che, se nella passata stagione era stato etichettato come «bidone», adesso è il bomber di razza che la Roma cercava. Protetto da Spalletti, difeso dai compagni, in primis De Rossi (vedi esultanza al gol contro l'Inter), Dzeko è diventato un vero e proprio trascinatore, concreto, cattivo sotto porta e sempre nel vivo dell'azione. Sono vecchi ricordi sbiaditi quelli che lo vedevano quasi assopito in campo in attesa di un pallone buono con la speranza di buttarlo in rete e non per aria. E’ vero che continua a mangiarsi qualche occasione preziosa, il San Paolo ne è testimone, ma è irriconoscibile - in senso positivo - rispetto a pochi mesi fa, quando sembrava una scommessa persa, un giocatore da rottamare. Al motto di «io ci credo», Spalletti gli ha dato nuova linfa vitale, lo ha incoraggiato e al tempo stesso strigliato, per fargli tirar fuori il carattere.
Leader di natura non è, ma ci si può lavorare e i frutti li ha raccolti a Napoli, dove Dzeko ha segnato la prima rete, anzi due, in trasferta dopo le 5 realizzate in casa. «Ho fatto - ha spiegato il bosniaco - il ritiro con la squadra, sto bene e sento la fiducia. Ho giocato meglio con l'Inter, ma a Napoli ho fatto i primi gol fuori casa: spero in futuro di farne di più. Le critiche sono normali, non è stata la mia miglior stagione la prima in A, ma quest'anno è un'altra cosa». Sulla questione caratteriale ricorda: «Anche senza Strootman, che uno forte da questo punto di vista, abbiamo dimostrato di avere personalità e abbiamo preso 3 punti importanti, meritandoli. Juventus? Noi abbiamo vinto, siamo felici per questo».
Si espone un po' di più Salah, autore del tris giallorosso: «Per lo scudetto ci siamo anche noi, vogliamo e dobbiamo vincere qualcosa. Abbiamo grandi giocatori, come Dzeko: è troppo forte quest' anno ed importante per noi». Florenzi è stato l'arma in più, giocando tra le linee di difesa e centrocampo ha scombussolato i piani di Sarri, con cui ha avuto qualcosa da ridire, prima della pace: «Avevo capito male e gli ho chiesto scusa. Abbiamo mostrato la vera Roma, una grande squadra, e dobbiamo farlo domenica dopo domenica: se giochiamo con questa voglia possiamo toglierci grandi soddisfazioni. I tifosi? Li rivogliamo all'Olimpico, ma la società ha fatto il possibile e ora chi di dovere deve fare il suo». Guai adesso a montarsi la testa: «Restiamo coi piedi per terra, qui un giorno sei alle stelle e un altro sei l'ultimo uomo sulla terra». Chiedere a Dzeko per conferma .