IL TEMPO (A. SERAFINI) - Un turn over ragionato, dovuto soprattutto dalle necessità del lungo e ingolfato programma di campionato. Ma la crescita della Roma ha bisogno di passare anche per i cambiamenti dell'Europa League, quelli che Luciano Spalletti si appresta a registrare sul campo nella prima del girone con i cechi del Viktoria Plzen. In teoria l'appuntamento più ostico della prima fase europea dei giallorossi, superabili secondo il tecnico, grazie alle risorse finora utilizzate meno. Una rotazione naturale, in vista dell'imminente impegno con la Fiorentina al Franchi domenica sera e una nuova ricerca di risposte da chi è pronto a giocarsi la prima vera occasione. Perché, «se la Roma vuole diventare grande», come ha ripetuto più volte Spalletti, è tempo di mostrare voglia e personalità: «Noi quest’anno abbiamo a disposizione più di 11 titolari - la risposta dell'allenatore nella conferenza della vigilia - la squadra è stata allestita per poter cambiare nelle competizioni qualche elemento senza usurare sempre gli stessi. Quindi è chiaro che lo faremo, ma è altrettanto chiaro che nel fare questo la cosa fondamentale diventa continuare a giocare un buon calcio e tentare di vincere tutte le partite».
Confermata l'alternanza tra i pali, Alisson guiderà la linea difensiva svelata in parte dal tecnico. Confermata la presenza di Fazio (alla prima da titolare) al fianco di Manolas, Juan Jesus parte favorito su Seck per il posto sulla corsia di sinistra. Sulla corsia opposta spazio a Bruno Peres mentre Vermaelen (non al meglio) si candida per una maglia domenica a Firenze. Anche a centrocampo si profila un turno di riposo per Nainggolan o una staffetta in corsa d'opera con Strootman, che verrà supportato da Florenzi e Paredes. Con De Rossi squalificato, Gerson spera almeno di trovare posto in panchina. Pochi dubbi sul fronte offensivo: Iturbe ed El Shaarawy lasceranno prendere fiato a Salah, mentre Dzeko parte in vantaggio nel ballottaggio con Totti. A prescindere dalle scelte, l'unico obiettivo di Spalletti si concentra sull'immediato: «L’Europa League non è la Champions, ma è ugualmente importante e bellissima se riusciamo ad andare avanti. Ora il paragone stride, ma se passiamo il girone e andiamo alle fasi finali diventerà altrettanto stimolante e competitiva». Dopo la vittoria in extremis con la Samp, arrivata grazie anche alla spinta emotiva e tecnica di Totti, rimangono di stretta attualità le dichiarazioni di Nainggolan, che in più di un'occasione ha mostrato perplessità sull'atmosfera dell'Olimpico e sulla mancanza di personalità che la squadra risente in special modo quando manca il numero 10 in campo.
Un aspetto su cui Spalletti sta continuando a lavorare: «A Roma è particolare, è tutto più intenso, tutto doppio, c’è il cuore e un sentimento più grosso. Per cui devi essere pronto a raddoppiare anche te stesso nelle qualità da mettere in campo. Nainggolan ha fatto anche vedere di essere uno forte, non l’ha solo detto. Se quando entra Totti lo stadio riesce ad accendere qualcosa nell’animo nella gente è chiaro che la mia ricerca è trovare altri calciatori che facciano nascere qualcosa nel pubblico. Non è che ci mancano giocatori con personalità». Fazio intanto lancia la carica: «Siamo una squadra competitiva e possiamo fare bene in Europa League. Anzi mi piacerebbe vincerla ancora».