IL PUNTO DEL LUNEDI - Buffoni, Caputi, Garlando, Sconcerti

26/09/2016 alle 16:23.
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LAROMA24.IT - La sconfitta di Torino getta ulteriori ombre sulla tenuta mentale e fisica della Roma; i giallorossi hanno mostrato ancora una volta tutte le loro lacune difensive, concedendo troppo ai granata di Mihajlovic, bravi a capitalizzare le occasioni create a differenza di quanto fatto dalla controparte romanista.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

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LEGGO (R. BUFFONI)

Forse l'acqua di Trigoria è inquinata. O forse sui giallorossi aleggia una sorta di maledizione. Chissà. Per invece è una questione di «mente malata», che fatalmente fa cadere la squadra nei soliti errori. E come ricetta ha prescritto doppia seduta di allenamento per tutta la settimana, escluso giovedì causa partita di Europa League contro i rumeni dell'Astra Giurgiu. Lavori forzati che aveva ordinato anche quando tornò, a gennaio. C'era da rimettere in piedi una squadra ferma e farle assimilare i nuovi schemi.
Ieri a Torino il tecnico si è reso conto che di quei 5 mesi, molto redditizi, è rimasto poco o niente. La Roma oggi è fragile in difesa, reparto massacrato dal mercato, dalla cattiva sorte (infortuni a e Mario Rui) ma anche dalle scelte dello stesso che si ostina a schierare ai lati due fuori ruolo: a destra e il tutto destro Peres a sinistra. Inoltre, non si hanno notizie di tre desaparecidos: , e . I primi due, per la cronaca, in attesa di aumento. Capitolo : è acclarato che il bosniaco ha queste alte percentuali di errore. È velleitario pensare di sopportarle con questa fase difensiva di burro.

IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

La Roma è un grande punto interrogativo. , dopo la sconcertante prova di Torino, ha parlato di presunzione, termine assai appropriato. Da anni infatti a Trigoria un po' tutti presumono di essere ciò che non sono, oltre che lontani da raggiungerlo. Le deludenti prestazioni, oltre che le due sconfitte già subite, evidenziano una confusione che può essere molto pericolosa. Trasformare una stagione da ambiziosa a fallimentare è un passo assai breve. L'unico che può rallegrarsi è . Compirà 40 anni in splendida forma, ha realizzato il suo 250esimo gol in campionato e ottenuto la standing ovation dell'Olimpico di Torino .

LA GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)

E lo sa bene anche , pilota di una Roma che fatica a essere squadra e gruppo: disfa in difesa ciò che costruisce in attacco e non sa compattarsi nelle difficoltà, come ha denunciato il tecnico che è stato durissimo. Ha parlato di «menti malate», non ha attaccato una sconfitta, ma il «lungo periodo», un male oscuro. Si è ufficialmente arreso alla Storia. E anche a , osannato a Torino e arrivato a 250 gol. Bravo, unico, ma finché una riserva di 40 anni verrà avvertita come il salvatore necessario e non come un accessorio di lusso (come l’ultimo Del Piero), sa che quella squadra difficilmente maturerà. Quella infatti era la di , questa resta la Roma di che, non a caso, ha perso contro un Toro meno talentuoso, ma tremendamente affamato e solidale.

IL CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

Diverso il discorso sulla Roma. La squadra ha limiti di carattere, ma è singolare che la giudichi «una mente malata», qualunque interpretazione si voglia dare al termine. Un tecnico non può solo enunciare i problemi della squadra, deve dare terapie. Altrimenti è un ospite al capezzale, non un medico. L’impressione è che a forza di fare monumenti ai 40 anni di (che domani finalmente arrivano) ci si sia scordati il resto della squadra. E questa, con labilità dolce e inevitabile, abbia voluto dimenticare se stessa. Evitiamo però di dire che il problema è solo la difesa. Sono slogan generici che aumentano la confusione. è scomparso, non è al suo livello, si è appesantito, è sempre un appoggio, non una soluzione. Bruno Peres e sono terzini non convinti e non convincenti. Se poi mette e toglie non esiste più una squadra logica, solo uno schema esistenziale. A proposito, Belotti è uno di quei centravanti che possono da soli portare una squadra a trasformarsi. Fino in fondo.