LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - «Non sarà il mio anno, sarà l’anno della Roma». Sono le parole di Strootman a risvegliare dal torpore i romanisti, stretti tra la speranza che la società costruisca una rosa competitiva e la consapevolezza che sarà complicato sognare acquisti di un certo livello. «Io voglio aiutare la squadra al 100%, lavoreremo tanto per preparare al meglio il preliminare di Champions».
Il centrocampista, con Totti (pronto per la sua venticinquesima stagione in giallorosso), è la vera forza attrattiva del gruppo che si è ritrovato ieri, diviso tra le visite mediche a Villa Stuart e i primi test atletici a Trigoria. È quella garanzia che sembrava essersi dispersa con le tre operazioni al ginocchio e che è invece tornata con prepotenza per indicare la strada ai compagni. Strootman, con De Rossi e Nainggolan, proverà a non far sentire la mancanza di Pjanic, che era l’unico superstite della prima campagna acquisti dell’era americana. «Abbiamo perso tantissimo con la partenza di Miralem - ammette Perotti- è un giocatore di qualità che faceva gol e conosceva la squadra. Ma siamo comunque una squadra forte e credo che se cominciamo bene, restando tutti uniti, ce la potremo fare: una squadra come la nostra deve puntare allo scudetto, giocando come abbiamo fatto negli ultimi 4-5 mesi». Vorrebbe cominciare bene Dzeko. L’attaccante si è presentato fisicamente tirato e consapevole di dover lavorare come se dovesse restare nella capitale, anche se il procuratore cerca acquirenti. Ma la preparazione estiva con Spalletti potrebbe fare la differenza. Ed Edin potrà seguire interamente i metodi del tecnico, anche se dovrà cominciare con cautela visto il problema al ginocchio riportato in amichevole con la Bosnia.
Cessioni: sembra esser rallentato il trasferimento di Ljajic in Spagna, forse attratto da un ritorno di fiamma del Milan, anche se il ds del Celta si dichiara fiducioso. «Adem resta la nostra prima scelta, speriamo di poterlo annunciare entro la prossima settimana».