IL MESSAGGERO (L. TONGUE) - «C'è solo un pezzetto di terreno esterno, però, alcune volte c'è bisogno di lavorare su due campi diversi per allenare due reparti insieme». Luciano Spalletti non lascia nulla al caso e si lamenta del terreno di gioco dove la squadra si sta allenando a Boston. Non lo ritiene al top per una squadra di serie A che sta affrontando una preparazione determinante: «Troveremo una soluzione, magari riducendo gli spazi». Ma c'è dell'altro: in prossimità dell'Ohiri Field non ci sono gli spogliatoi e i giocatori sono costretti a cambiarsi ai lati del terreno di gioco , nella zona in cui è stata allestita anche una piccola piscina gonfiabile dove i calciatori possono raffreddare i muscoli a fine seduta. Insomma, non un'organizzazione all'avanguardia, mentre la palestra non ha nulla da invidiare a quelle a cui sono abituati in casa Roma. Di positivo c'è il contatto diretto tra calciatori e tifosi, liberi di avvicinare i propri idoli per scattare foto, selfie e, perché no, levarsi qualche curiosità. «È vero che vuoi fare l'allenatore?» la domanda posta a Francesco Totti (che in questi giorni sta facendo a meno del preparatore Vito Scala rimasto a Roma per alcuni impegni personali) nata da una recente affermazione del presidente Pallotta. Nessuna risposta, ma la faccia è tutto un programma: il numero dieci non ci pensa nemmeno.
STROOTMAN IN GRUPPO - Pericolo scampato: Kevin Strootman è tornato ad allenarsi con i compagni dopo il brutto contrasto con Nainggolan di due giorni fa. L'olandese ha svolto sia l'allenamento atletico che quello tattico, dando delle ottime risposte a Spalletti. Per un centrocampista che torna, però, c'è un attaccante che si ferma ai box: Diego Perotti fino a ieri non ha preso parte alle sedute per un problema muscolare al polpaccio rimediato il primo giorno nella palestra della Harvard University: l'argentino è tenuto sotto controllo giornalmente dallo staff sanitario, che sta valutando quando restituirlo all'allenatore. Lucio, intanto, continua il suo lavoro sui singoli e questa volta il focus ha riguardato i calci di punizione: a provarli sono stati El Shaarawy, Paredes e Iturbe a cui poi si sono aggiunti Florenzi e Gerson. Con la partenza di Pjanic il tecnico sta cercando un vice bosniaco ed ha trovato in Paredes un sostituito su cui iniziare a lavorare: «Il mio desiderio è quello di restare alla Roma, abbiamo una squadra forte e dobbiamo cercare di fare bene come la Juventus. Il mio ruolo? L'allenatore mi sta provando davanti alla difesa» ha detto l'ex Boca.